Kulusevski e una maturità che ancora non c’è. Ma il “nuovo Ibra” crescerà

Lo svedese è ancora alla ricerca della sua identità. A Napoli luce e ombre. Occhi su di lui nella trasferta di Champions in Svezia dove è considerato l’erede di Zlatan

Dejan Kulusevski è ancora alla ricerca della sua identità, nel nuovo contesto ideato da Max Allegri. Stando a quanto visto finora, dalle prime amichevoli pre campionato a oggi, il tecnico lo preferisce sulla corsia centrale del campo. A Napoli ha giocato quasi attaccato ad Alvaro Morata, provando a farsi valere il più possibile tra le linee, anche se la maggior parte dei palloni li ha lavorati da posizione decentrata: la prestazione sufficiente nel primo tempo (come per buona parte della squadra) si è però sfaldata nella ripresa.

POTENZIALE

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Di talento il ragazzo ne ha. È un classe 2000 lontano dalla maturità, ma non si è mai tirato indietro di fronte alle difficoltà e, soprattutto, alle opportunità di crescita. Aspetti positivi visti a Napoli: quattro tiri in porta nel corso dei novanta minuti al Maradona, due nello specchio della porta e due fuori, un paio di occasioni nitide che non hanno incrociato la buona sorte e una buona media di passaggi riusciti, uno chiave per andare vicino al gol. Negativi: quattordici palloni persi, tanti, troppi per un giocatore che in quella zona di campo deve fare la differenza in ogni circostanza. Tra quei tanti margini di crescita, dunque, l’ultimo aspetto è una priorità su cui lavorare.

NUOVO IBRA

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“È un ragazzo che ha delle ottimi qualità. Credo che i giovani, indipendentemente da quanti passati in bianconero, abbiano comunque bisogno di un percorso di crescita – è il pensiero espresso da Allegri alla vigilia della trasferta di Napoli -. È una questione di equilibrio mentale: è normale che uno di ventidue anni non possa avere la stessa esperienza e gestione di uno di ventotto. Ci sono sei anni di differenza che valgono circa 180 partite di campionato, solo col tempo si può migliorare e crescere, acquistando una stabilità mentale”. Il concetto, da allargare a tutti gli altri giovani in rosa, responsabilizza di molto l’attaccante svedese anche in vista della Champions, dove avrà l’opportunità di tornare nella sua terra natale. Lì viene considerato il nuovo Ibrahimovic: ma (vedi sopra) la strada è ancora lunga.

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