Kulusevski da fenomeno a oggetto misterioso? No. Alla Juve nessun allarme, ecco perché

Dopo l’exploit del debutto contro la Sampdoria, il rendimento è sceso, ma a Torino zero dubbi. Per Pirlo il suo ruolo è il trequartista, ma al momento nelle gerarchie del tecnico viene dopo Ramsey e McKennie

Per Pirlo, il suo ruolo è il trequartista, ma al momento nelle gerarchie del tecnico viene dopo Ramsey e McKennie Da fenomeno a oggetto misterioso? Per Dejan Kulusevski non è certo il miglior momento, come testimonia lo scarso utilizzo nell’ultimo mese, ma nessuno si sogna di mettere in dubbio le qualità che a gennaio hanno spinto la Juventus a sborsare 40 milioni per accaparrarselo.

Nessun dubbio soprattutto a Torino, dove credono ancora ciecamente nelle potenzialità dello svedese che lo scorso anno ha incantato con la maglia del Parma. Ma le difficoltà di ambientamento e inserimento negli schemi di Pirlo sono una realtà certificata dai numeri e dalle sole due presenze nell’ultimo mese. L’impatto con una grande squadra e una nuova dimensione si è fatto sentire, adesso sta a Kulusevski riuscire a compiere il salto di qualità necessario per vestire i panni del protagonista come tutti si attendono dal giorno del suo sbarco a Torino.

Nuova realtà

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La differenza tra il giocatore che faceva furore a Parma e quello che arranca oggi a Torino è sotto gli occhi di tutti. Il calo di rendimento è finora vistoso e certificato anche dai voti raccolti: se la scorsa stagione a Parma ha chiuso con una media voto vicina al 7, oggi lo svedese non arriva alla sufficienza nelle dieci presenze collezionate. Salvo l’exploit del debutto condito dal gol contro la Sampdoria, quando si è meritato una media voto vicina all’8, Kulusevski è andato calando progressivamente fino a scivolare in fondo alle gerarchie di Pirlo. Il tecnico bianconero l’ha sostituito al 57’ del derby coi Granata per fargli fare da spettatore nelle successive sfide contro Barcellona e Atalanta. In mezzo, appena 7’ a Genova a risultato già acquisito. “Non era la partita adatta a lui”, ha detto Pirlo dopo la sfida con l’Atalanta spiegando il suo mancato utilizzo, eppure il Kulusevski della scorsa stagione non avrebbe certo fatto da spettatore. Il ricordo di quel giocatore che seminava il panico con la maglia del Parma, chiudendo la stagione con 10 gol e otto assist in 40 presenze, si è sbiadito nei primi mesi a Torino. Ma una volta metabolizzati i cambiamenti e assimilati i dettami di Pirlo, lo svedese tornerà a volare come prima, nessuno nello staff del tecnico bianconero nutre il minimo dubbio.

La concorrenza

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Il ruolo, d’altra parte, non è cambiato molto. Come già accaduto a Parma, Kulusevski è stato utilizzato prevalentemente da trequartista, ruolo che Pirlo considera il più congeniale alle sue caratteristiche. Lì però lo svedese si trova a fare concorrenza a Ramsey, che finora Pirlo ha preferito per esperienza e capacità di adattamento. Da un mesetto a questa parte, la concorrenza è persino aumentata, perché l’esplosione di McKennie non è passata inosservata. Di fatto, oggi lo svedese è dietro al gallese e allo statunitense, obbligato a rimboccarsi le maniche per capire i movimenti richiesti da Pirlo e la duplice posizione da occupare a seconda della fase di gioco: da esterno nel 4-4-2 che adotta la squadra quando la palla è degli avversari, da trequartista invece quando il pallone è della Juve. Questione di tempo, impegno e applicazione, tutte cose al 20enne svedese non mancano. Come il talento indiscusso che le difficoltà di ambientamento non possono aver cancellato.

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