Kudus e il segreto dell’Ajax

Bisogna prendere la strada che porta a Ouder-Amstel, piccolo comune olandese: campagna, tante biciclette e il mulino De Zwaan. Indirizzo di dodici lettere: Borchlandweg, numero civico 18, periferia di Amsterdam. Eccolo il segreto dell’Ajax, si chiama De Toekomst, che in italiano significa “Il Futuro”, il centro sportivo più studiato, copiato e invidiato a livello europeo. Benvenuti all’università del totaal-voetbal, il famoso calcio totale, dove le plusvalenze sono un principio matematico: qui sono cresciuti anche De Ligt, De Jong e Gravenberch.

Il ‘metodo’ Ajax

Alla fine degli anni Settanta aveva il nome di Sportpark Voorland. Fonte d’ispirazione per Johan Cruijff, che suggerì a Josep Lluís Núñez, presidente del Barcellona, di creare una struttura simile, la Masia: il football ranch di Messi, Xavi, Iniesta e ora di Pedri, Gavi e Ansu Fati. Il De Toekomst è il motore di un piano industriale: dodici squadre giovanili, duecento tesserati, tre fasce d’età (dagli otto ai dodici anni, dai tredici ai sedici, dai diciassette ai diciannove), venticinque istruttori, nove campi, quattordici spogliatoi, un Medical Center, una foresteria e una scuola privata. L’Ajax è il polo storico del mercato dei talenti: un riferimento come il Salisburgo, il Lilla e il Genk. Stessa filosofia: scoprire, valorizzare e vendere. Seguendo però logiche manageriali diverse. Nel club di Amsterdam si lavora con gli osservatori, sono ottanta solo in Olanda: è una raffineria ancora tradizionale. Mentre il Salisburgo si affida a un software e agli algoritmi. Una startup che elabora video e identikit, relazioni e caratteristiche, in grado di orientare gli investimenti e limitare il margine di errore: così è arrivato in anticipo su Haaland e Mané, Naby Keïta e Szoboszlai. L’Ajax punta su un processo di scouting che non dipende da un computer. I giovani bravi li cerca e li seleziona in ogni angolo del mondo.

L’ascesa di Kudus

È il caso di Mohammed Kudus, ventidue anni, ghanese, mezzala, trequartista o falso centravanti, applausi nella sfida con il Portogallo e un assist per il gol di André Ayew. Ha giocato ad Accra nella “Right to Dream Academy”. E poi in Danimarca, con la maglia del Nordsjælland, che lo aveva preso dopo un viaggio del ds Jan Laursen. A segnalarlo all’Ajax, invece, è stato John Steen Olsen, un signore di settantanove anni che copre con il suo staff l’area del nord Europa e in passato aveva consigliato di comprare Ibrahimovic dal Malmö ed Eriksen dall’Odense. Kudus è arrivato in Olanda nel 2020, entrando nella cattedrale del De Toekomst. Un metro e 77, mancino, è costato nove milioni. E adesso ne vale venti, in base ai messaggi inviati dal direttore generale Van der Sar. Infanzia trascorsa ad Accra, nel quartiere Nima. Tre fratelli e una tifosa speciale: mamma Mariama Suleman, che gestiva un negozio di alimentari e vendeva il “tuo zaafi”, piatto tipico con pesce, verdura e farina di mais. Ventuno partite nel nuovo Ajax di Schreuder, erede di Ten Hag. Dieci gol: cinque in Eredivisie, quattro in Champions e uno in Supercoppa. Piace in Premier: lo cercano Manchester United e Newcastle. Anche Juve e Milan hanno chiesto informazioni. L’Ajax aspetta l’offerta giusta.

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