L’ucraino racconta il suo stato d’animo: “La mia fidanzata si divide tra Firenze e Kiev, sono 30 ore di pullman. E ci sono bombardamenti tutti i giorni, solo che se ne parla sempre meno…”
22 novembre – 11:23 – empoli
P uoi anche non pensarci, o almeno provarci, ma quando apparecchi la tavola manca sempre un piatto. “Papà è qui con me, la sera mangiamo insieme e all’ora della cena chiamiamo mamma. Lei è rimasta a Kherson, non vuole lasciare la nostra casa. Per lei non sarebbe facile vivere da un’altra parte, parla solo ucraino. Ci racconta com’è andata la giornata e capita che dica: “Oggi è arrivato qualche missile”. Come fosse una cosa normale. La guerra ha tanti risvolti tragici, tra cui questo: dopo un po’ ci fai l’abitudine, la consideri parte della tua giornata, impari a conviverci. Ma come fai a convivere con la paura, con l’orrore, con il senso di oppressione e prigionia anche se sei libero?”. Viktor Kovalenko è nato a Kherson, città dell’Ucraina inizialmente conquistata dai russi e poi liberata. Quando iniziò la guerra, Viktor giocava nello Spezia e non riusciva a dormire per la preoccupazione: “Temo che arrivi all’improvviso una notizia tremenda”, ci raccontò nell’aprile del 2022. Oggi Kovalenko gioca nell’Empoli e ha uno sguardo un po’ più sereno. Una serenità relativa, ovviamente. Racconta il suo stato d’animo anche perché non vuole che si spengano i riflettori sul dramma del suo popolo.