Koopmeiners e Nico Gonzalez alla Juve: quando si chiude il doppio colpo

TORINO – Tra l’estasi e il tormento, tra le fughe in avanti e il pugno duro. Quello di Nico Gonzalez è un rebus complicatissimo, di quelli che bisogna sempre attendere il prossimo numero per capire come finirà. La convulsa giornata di ieri ci ha detto due cose. La prima è che in ambienti vicini alla Juve l’ottimismo per la buona riuscita dell’affare sta toccando picchi elevatissimi: si parla di offerta da 30 milioni più bonus facilmente raggiungibili, decisiva per far vacillare la resistenza di Commisso (ne chiedeva 40), già parzialmente fiaccata dall’entusiasmo con il quale l’argentino ha accettato lo stipendio da 3,7 milioni annui. L’affare sembra in dirittura. Non ci sarà nessuna contropartita. O meglio: l’interesse della Fiorentina per Kostic, che c’è ed è sicuramente superiore alla stima per Arthur, attratto da sirene estere, seguirà altre vie perché la Viola vuole monetizzare. E con Nico realizzerà una succosa plusvalenza.  

Juve, il punto sul mercato: Motta aspetta

Questa prima evoluzione è avvenuta lontano da microfoni e riflettori. Quando si sono accese le telecamere di Sky prima della gara di Conference, invece, il direttore generale del club toscano, Alessandro Ferrari, ha espresso una posizione pubblica fortissima che potrebbe anche sembrare una pietra tombale sulla trattativa, se non rientrasse in una normalissima dialettica di mercato. Ed è la seconda questione: «Mancano otto giorni e al momento non ci sono le condizioni di base per fare l’operazione. Noi non abbiamo necessità di dare via Nico, siamo contenti di lui. Siamo tranquilli e aspettiamo che ci siano le condizioni giuste». Parole che meritano sicuramente considerazione, anche se la situazione interna è tutt’altro che rosea: Nico è ai ferri corti con il club, pretendendo la cessione che a suo dire gli sarebbe stata promessa dodici mesi fa al momento del rinnovo. Più di qualcuno segnala un Thiago talmente in estasi che sta immaginando già una serata romantica nella città dell’amore: a Verona, lunedì sera, l’italo-brasiliano spera di potersi voltare verso la panchina e lasciarsi travolgere dalla passione per il talento che più di tutti ha bramato, corteggiato e aspettato. Non ce ne voglia Koopmeiners, una sorta di desiderio che aumenta con l’attesa, ma Motta è il primo a essere consapevole di come il centrocampo della sua Juve abbia già subito un’importante ristrutturazione con i muscoli e le geometrie di Thuram e Douglas Luiz; viceversa, a causa dell’infortunio di Weah, contro l’Hellas sarà costretto ad adattare Cambiaso nel tridente travestito da 4-2-3-1 con il giovane Mbangula sull’altra fascia. Almeno dall’inizio, perché con Gonzalez in panchina – chissà in quali condizioni visto che tornando dalla Coppa America non ha più frequentato abitualmente il gruppo di Palladino – le prospettive sarebbero più confortanti.  

Koopmeiners e Chiesa: le ultime 

E poi c’è Koop, il solito Koop. Il rilancio da 57 milioni più bonus che si avvicina – e di parecchio – alla richiesta di 60 dell’Atalanta è sul tavolo di Percassi. La sensazione è che le tensioni intercorse tra i club alla luce dell’ammutinamento dell’olandese possano solo rallentare la fumata bianca, ma non spegnere un fuoco che sta divampando. La Juve ha messo in preventivo di investire 90 milioni per il doppio colpo e presumibilmente chiuderà il cerchio nei sette giorni che mancano al gong del mercato. Nel frattempo, Chiesa continua a essere al centro di rumors: dopo l’interesse del Barcellona ieri si è informato anche il Chelsea. L’agente di Fede, Ramadani, è al lavoro per cercargli una sistemazione.  

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