Il Bayern lo aveva giudicato ancora acerbo e fragile per certi palcoscenici, ha avuto poca pazienza e ha temuto anche di bruciare i trentacinque milioni spesi nel 2016 per il cartellino di Renato Sanches. E così, nel giro di tre anni, nel rispetto del piano di ammortamento, si è sbrigato a rientrare dall’investimento. Il Lille ha acquistato il portoghese per sedici milioni, lo ha ricostruito, lo ha aiutato a riemergere e ora si prepara a cederlo al Liverpool. Renato Sanches ha rischiato di smarrirsi, dopo gli ostacoli trovati in Germania e il deludente prestito allo Swansea. In Francia, nel club “gemello” del Milan e controllato dal Fondo Elliott, ha ritrovato la strada maestra, quella che aveva imboccato nel 2016, stregando tutti durante l’Europeo vinto con la nazionale portoghese accanto a Cristiano Ronaldo.
Da bambino prodigio a promessa incompiuta, un confine sottile. Ma il centrocampista, in Francia, con l’aiuto del tecnico Christophe Galtier, è uscito dagli equivoci ed è tornato a dirigire la musica: pressing, corsa, tackle, visione di gioco, lancio, tanti chilometri al servizio dei compagni, ma anche logica e qualità. E il Lille, primo in Ligue 1 con 32 punti in 15 giornate (+1 sul Psg e +2 sull’Olympique Lione di Rudi Garcia), conta di cederlo in estate per cinquanta milioni. Il Liverpool è entrato in azione, Klopp ha suggerito il nome di Renato Sanches per coprire il vuoto che a luglio sarà lasciato dall’olandese Wijnaldum, in regime di svincolo e attratto dall’offerta del Barcellona. Il portoghese, 23 anni, scuola Benfica, 40 partite e 5 gol nel Lille, è gestito da Jorge Mendes, il manager che cura anche gli interessi di Cristiano Ronaldo e José Mourinho.