Vola come una farfalla e punge come un’ape, Yildiz sul campo da calcio ha riportato la filosofia di Muhammad Ali. L’attaccante turco, classe 2005, è un nome che finisce spesso affianco ai voti alti nelle pagelle ed anche nei taccuini di tanti osservatori. Il Benfica ha bussato alla porta, ma i bianconeri vogliono continuare a coltivare il suo talento. Con la Primavera, Montero sta spolverando il diamante, per renderlo il meno opaco possibile. Ora è più concreto, tante belle giocate ed anche gol (16 in totale, oltre 6 assist in stagione) da conservare in un vecchio registratore, come quello contro l’Atalanta. Ora è pronto allo step in Next Gen, contro la Pro Vercelli dovrebbe essere convocato e per lui non sarà la prima volta, ma la terza. Adesso però spera di convincere Brambilla e non andarsene più. Ora conosciamolo meglio.

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Partiamo dalle sue origini: nasce a Regensburg, ma nelle sue vene scorre il sangue turco e decide di non voltare le spalle al paese del padre. Più volte la Federazione tedesca ha provato a convincere Yildiz a vestire la maglia della Nazionale, ma tutte le volte l’attaccante ha risposto di no. Giovane ma già seguito in tutto il mondo ed infatti il The Guardian lo ha inserito nella lista dei sessanta talenti da tenere d’occhio: tra questi 2005 sono presenti anche sei italiani. È nato con il pallone tra le braccia e con gli attestati di stima della gente. A soli 10 anni Adidas ha riconosciuto in lui uno dei più grandi talenti in circolazione e ha deciso di metterlo sotto contratto, battendo ogni record di precocità in termini di accordi tra atleti e brand sportivi.
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