Juventus-Torino 4-2: Allegri cala il poker derby e ritrova Pogba

TORINO – Chissà se Massimiliano Allegri un giorno chiamerà Poker Derby un suo cavallo. Di sicuro gli richiamerebbe alla memoria una grande partita della sua Juventus, che fa sua di carattere e di superiorità la stracittadina della Mole piegando un cliente difficile come il Toro di Juric, due volte avanti e due volte riacciuffato prima dell’accelerazione bianconera decisiva nella ripresa, complice anche l’ingresso in campo di un Pogba tornato finalmente calciatore dopo mesi da tiktoker tra infortuni e marabutti. Sono 35 in classifica ora, agganciato il Bologna al settimo posto: pochi, ma questa Juve si muove e risponde a quello che vuole il suo allenatore, un passettino alla volta, risalendo dalle retrovie come una fuoriserie penalizzata in un gran premio di Formula 1, un sorpasso dopo l’altro.

Boato per Pogba, subito Karamoh, sempre Cuadrado

Lo Stadium diventa una bolgia quando viene annunciato il nome di Paul Pogba, il Polpo non ha smesso di scaldare i cuori dei tifosi juventini, applausi a quello di Barrenechea che si prende una maglia da titolare per la prima volta in campionato e in una partita pesantissima Dopo due minuti Karamoh fa però impazzire quelli granata: corner Toro, sponda di testa di Buongiorno, Vlahovic tiene in gioco il numero 7 del Toro che a tu per tu con Szczesny controlla e insacca il gol del velocissimo vantaggio, secondo per rapidità solo a un gol di Valentino Mazzola in anni di guerra. Gioca anche la Juve però: Kostic inizia a carburare, Chiffi lascia continuare dopo una caduta in area, Di Maria ci prova al volo mandando alto: primi timidi tentativi bianconeri, poi al 12′ il pari: Di Maria innesca Kostic, cross su cui non arriva Rabiot ingannando Rodriguez, Cuadrado è appostato sul secondo palo e si conferma uomo derby, destro spietato, complice anche una deviazione, e partita in parità.

Juve-Torino, il Pogba-day: dal boato dello stadio al ritorno in campo

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Juve-Torino, il Pogba-day: dal boato dello stadio al ritorno in campo

Veleno granata, Sanabria morde. Antidoto Danilo prima dell’intervallo

Dopo un avvio di fuoco passano minuti di poca precisione nelle giocate, il derby si fa sporco e lo stadio si scalda di nuovo non per una giocata ma per una scelta di Allegri, che con Fagioli a terra dolorante manda a scaldare Pogba riprendendosi di nuovo tutta l’attenzione dell’Allianz. Ci prova Vlahovic, centrale e facile per l’amico Milinkovic-Savic, mentre di ben altra pasta sono le giocate del centravanti del Torino che vince la sfida con il rivale: Sanabria è una spina nel fianco continua nella difesa bianconera, prima si vede negare il gol di testa da una strepitosa parata di Szczesny, poi al 43′ è velenosissimo nel prendere il tempo a Bremer e colpire di prima un cross basso di un Ilic ficcante, infilando il nuovo vantaggio granata sul primo palo. Mancano pochi minuti all’intervallo, bianconeri alla disperata in avanti che passano all’ultima azione: il corner è di Di Maria, il colpo di testa è di Danilo, palla sul palo e poi dentro alla porta prima che Milinkovic-Savic riesca a buttarla via.

Traverse Vlahovic e Linetty, entra Pogba e cambia tutto

Si riparte senza cambi: ci prova Miranchuk a giro, poi è Vlahovic che ha subito sul sinistro un’occasione facile per lasciare il segno, imbeccato da un Fagioli formato veterano, ma il serbo spedisce il sinistro sulla traversa. Dusan ci riprova qualche minuto dopo ma il colpo di testa su corner di Di Maria finisce alto. Primo cambio, Radonjic, e primo giallo, Rodriguez, protagonista però anche quando salva alla grande una verticalizzazione di Barrenechea destinata a Di Maria in campo aperto. Il momento chiave della partita è a poco più di venti minuti dalla fine: errore juventino in costruzione, Linetty a giro supera Szczesny ma sbatte sulla traversa. La palla esce e Allegri cambia il match: De Sciglio per Cuadrado, Chiesa per Di Maria e soprattutto fuori Barrenechea e dentro Pogba, che rivede il campo per la prima volta in maniera ufficiale a fine febbraio, dal suo ritorno alla Juventus la scorsa estate. Sono sostituzioni offensive, la squadra lo sente e il Polpo appena rimesso piede in campo torna a comandare. Il gol del sorpasso arriva quasi di slancio, Bremer svetta e piazza il più classico dei gol dell’ex, su cross del neoentrato Chiesa. Juric risponde con Demba Seck e Ricci richiamando un Radonjic furioso, entrato appena un quarto d’ora prima, ma non basta: nel finale è Rabiot a piazzare il colpo definitivo che mette a terra il Toro e lancia la Juventus, ora settima a dieci punti dal quarto posto, o se preferite a 50 punti sul campo che significherebbero secondo posto in solitaria, a -15 da un Napoli che viaggia su altri binari ma che avrebbe dietro proprio la Vecchia Signora, dando sicuramente più gusto al loro Scudetto per il quale già si prepara la festa.

Juventus-Torino, il balletto di Cuadrado dopo il gol

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Juventus-Torino, il balletto di Cuadrado dopo il gol

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