Il protocollo della Federazione dice che si deve presentarsi in campo, il ministro dice che si deve rispettare il Protocollo, la procura indaga.
Juventus-Napoli dilemma politico-sportivo (e di gestione sembra delle partite nei casi di positività Covid 19): i partenopei non ci stanno a fare da capro espiatorio per aver rispettato le prescrizioni Asl.
Per scongiurare il 3 a 0 a tavolino, il presidente del Napoli De Laurentiis avrebbe in mano la carta decisiva. Un comunicato ufficiale della Lega calcio (n.51 del 2 ottobre 2020) relativo alla sospensione di Genoa-Torino.
Nel testo si richiamano le regole in caso di positività in squadre e staff, sull’obbligo di giocare e sui criteri di rinvio. Con una postilla importante: “fatti salvi eventuali provvedimenti delle Autorità statali o locali”.
Non c’è scritto Asl ma l’acronimo traduce Autorità sanitaria locale. Come quella di Napoli che ha vietato alla squadra il trasferimento a Torino.
Juventus-Napoli dilemma: hanno entrambe ragione
La Juventus, del resto, non poteva che presentarsi allo stadio per non rischiare il tre a zero a tavolino. La Federazione si era espressa per lo svolgimento della gara.
Attenendosi al “protocollo Figc concordato col Cts e integrato dalla circolare del ministero della Salute lo scorso 18 giugno, che recepisce il parere del Cts n. 1220 del 12 giugno 2020”.
Come andrà a finire difficile pronosticare. Le alternative sono due, conferma dello 0-3 a carico del napoli o ripetizione del match a data da destinarsi.
Federazione e Lega hanno trovato una sponda nel Governo, con il ministro Spadafora che chiede il rispetto del Protocollo. Peccato che nell’incontro dell’altro ieri il presidente della Lega di serie A Paolo Del Pino ancora non sapesse che sarebbe risultato positivo al tampone il giorno dopo. (fonte Ansa)