Juventus, le plusvalenze sospette: le mosse di calciomercato su cui si sta indagando, cosa rischia

Juventus, le plusvalenze sospette e l’indagine sulle mosse di calciomercato nel mirino degli investigatori. Plusvalenze sospette per 282 milioni di euro in 3 anni. Un vero e proprio sistema “malsano”, spiegano i magistrati, creato per mascherare la reale situazione finanziaria della Juventus.

Plusvalenze Juventus: su cosa indagano i giudici

I magistrati parlano di “gestione malsana” e ne contestano formalmente 282 milioni sui 322 messi nella contabilità. Fondi che secondo i pm hanno formato ricavi fittizi in grado di camuffare perdite di esercizio. 39 milioni anziché 171 milioni nel 2019, 89 milioni anziché 209 milioni nel 2000, 209 milioni anziché 240 milioni nel 2021. A dipingere il quadro hanno contribuito le intercettazioni telefoniche.

Ultimamente la Juventus era una “macchina ingolfata”. E non era tutta colpa dell’emergenza sanitaria: “Non è solo il Covid, questo lo sappiamo bene”. Il punto, annotano i pm nel decreto di perquisizione, erano “gli investimenti oltre le previsioni di budget”, o i costi connessi ad acquisti e stipendi scriteriati”, oppure, come ammettevano ai piani alti, “gli ammortamenti e tutta la m**** che sta sotto e non si può dire”. La soluzione, secondo gli inquirenti, si rivela nella frase captata dalle Fiamme Gialle: “dovevi fa’ le plusvalenze e facevi le plusvalenze”.

Sovente su ragazzi under 17, under 19 e under 23. “Anomalie ricorrenti” sono spuntate, secondo i pm, analizzando le compravendite dei singoli. Come gli scambi “a specchio” che terminano “a somma zero”: per esempio, l’acquisto dall’Olympique Marsiglia di Akè per 8 milioni di euro in cambio, alla stessa cifra, del 19enne Tongya. O le operazioni a corrispettivi giudicati “fuori range”: un caso è l’acquisto dal Barcellona del ventenne Marques Mendez (ora in prestito al club spagnolo CD Mirandés) per 8,2 milioni di euro, in cambio del brasiliano Matheus Pereira, valutato 8 milioni di euro.

Incuriosiscono i pm le trattative perfezionate in prossimità della scadenza contrattuale: su tutte, l’acquisto dal Genoa di Nicolò Rovella (18 milioni) con contestuale cessione ai rossoblù di Portanova (10 milioni) e di Petrelli (8 milioni). Gli illeciti restano comunque ancora da dimostrare. È assai difficile, infatti, determinare con criteri oggettivi il reale valore economico di un calciatore, e su questo le difese daranno certamente battaglia.

Giocatori scambiati a prezzi molti alti, a volte quasi senza movimento di denaro. Con il sospetto che il tutto serva a sistemare i bilanci delle società.

Juve: tutte le operazioni di calciomercato nel mirino

Di per sé la plusvalenza è legittima: si genera, al momento della cessione, tra il prezzo di vendita e il valore residuo non ammortato. Ma se diventa fittizia il discorso può cambiare. Ed è un tema annoso, tornato d’attualità un mese fa, quando si è saputo che sul tavolo della procura della Federcalcio era finita una relazione della Covisoc, la Commissione di vigilanza sulle società di calcio professionistiche.

A balzare all’occhio sono anche diversi movimenti di calciatori in casa Juventus. L’affare più significativo è stato quello Pjanic-Arthur con il Barcellona. Il bosniaco passato ai catalani era stato valutato 60 milioni, il brasiliano arrivato a Torino 72. Importante anche lo scambio Cancelo-Danilo con il Manchester City, che aveva generato “un effetto economico positivo”, quindi una plusvalenza, “di circa 28,6 milioni di euro”, si legge nel comunicato stampa della Juventus dell’agosto 2019.

Il portoghese era stato ceduto per 65 mln alla squadra guidata da Pep Guardiola mentre il brasiliano era arrivato all’ombra della Mole per 37. Ma c’è stata anche la vendita del portiere Audero alla Sampdoria, oltre a una serie di acquisti e cessioni di giovani. E’ il caso dell’affare con il Genoa, che aveva ceduto ai bianconeri Rovella per 18 milioni, vedendosi ricambiato con Portanova (10 mln) e Petrelli (8 mln).

C’è poi l’acquisto dal Barcellona di Alejandro Marques Mendez, attaccante spagnolo ventenne ora in prestito al club spagnolo Cd Mirandés, per 8,2 milioni di euro, in cambio del centrocampista brasiliano 23enne Matheus Pereira valutato 8 milioni di euro. Da ricordare anche l’acquisto dall’Olympique Marsiglia del ventenne Marley Akè per 8 milioni di euro, in cambio della cessione alla stessa cifra di Franco Tongya, 19enne nato a Torino da genitori camerunensi e cresciuto nel vivaio della Juventus.

Cosa rischia la Juve: il precedente di Milan e Inter

Cosa rischia la Juve? Forse può essere interessante andare a vedere il precedente più recente. Milan e Inter finirono sotto processo nel 2008 per i bilanci del 2004, nel mirino della Magistratura per le solite plusvalenze. Ma vennero assolte perché “il fatto non costituisce reato”.

Il problema è la definizione scientifica del valore di un giocatore nell’ambito del calciomercato. Non esistono, insomma, come dicevamo prima, parametri esatti per decidere che una valutazione sia falsa, visto il gran numero di fattori e condizioni che possono influire. 

L’inchiesta e l’infortunio di Chiesa fanno male alla Juve in Borsa

La Juventus non fa prezzo in Borsa a Milano e segna un calo teorico dell’8,8%, dopo la netta flessione di venerdì quando ha concluso le contrattazioni cedendo il 6,6% a 0,5745 euro. Sul titolo pesa l’inchiesta della procura di Torino e della guardia di finanza sui conti.

La Juventus entra agli scambi in Borsa e cede il 2,8% a 0,44 euro. Dopo l’inchiesta sui conti sulla società si è abbattuta una nuova tegola con Federico Chiesa che ha riportato una lesione al bicipite femorale e potrà rientrare solo dopo la sosta natalizia, nel gennaio 2022.

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