Juventus, Higuain mata il Toro: 1-3, non basta Belotti. Doppio Pipita e Pjanic

Juventus, Higuain mata il Toro: 1-3, non basta Belotti. Doppio Pipita e Pjanic
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La Juve prevale con la magggiore qualità dei suoi campioni su un Torino generoso e ben organizzato, ma con limiti difensivi. Vantaggio di Belotti, doppietta di Higuain, poi il Toro molla e segna anche Pjanictwitta

TORINO – La Juventus uccide il Torino con classe e cinismo. Non basta una prestazione generosa e quasi perfetta dei granata che giocano forse il miglior derby degli ultimi cinque anni (compreso quello che ha vinto, ma contro bianconeri meno concentrati di quelli di oggi) pagando i risaputi limiti difensivi. La Juventus uccide il Torino per maggiore qualità e sapienza nel gestire la partita e sfrutta i suoi fenomeni. Il Torino si consola con un grandioso Belotti che trascina la squadra, la porta in vantaggio e combatte ovunque, perdendo il duello con Higuain, ma giocandolo alla pari. Il Pipita da parte consacra la sua juventinità con un derby memorabile. Era l’undicesimo di Gonzalo Higuain tra River Plate, Real Madrid e Juventus e il Pipita è arrivato a quota 9 gol e 3 assist nella particolare classifica. Definirlo un animale da stracittadina è quanto meno appropriato, perché l’argentino sembra costruito per queste partite in cui serve sfruttare con cinismo le poche occasioni che capitano. 

IL VANTAGGIO – E’ un derby bellissimo. Tecnico, tattico il giusto, agonisticamente feroce senza essere cattivo: il Torino e la Juventus giocano bene, si attaccano senza troppe ansie difensive. I granata prevalgono sulla loro corsia di destra, dove Zappacosta e Baselli mettono in crisi Sturaro che dovrebbe chiuedere e, in parte, anche Alex Sandro. Da lì, non a caso, nasce il gol di Belotti al 16’: cross di Zappacosta, la termine di una percussione, e incornata del Gallo, in anticipo brutale su Lichtsteiner e una difesa juventina sul cui piazzamento ci sarebbe da ragionare.

IL PAREGGIO – La Juventus non perde la calma, nessuna reazione isterica, ma un cambio di marcia che porta i bianconeri ad aumentare la pressione sulla difesa granata, che cede al 28’ infilata da una ripartenza micidiale: Cuadrado saetta a centrocampo, allunga su Mandzukic a destra che di tacco serve Higuain: il Pipita tocca in quel momento il suo sesto pallone della partita e lo butta dentro. Un killer senza pietà, che già qualche minuti prima aveva avuto modo di esaltare le qualità dell’ottimo Hart. Il pareggio è quanto di più giusto possa uscire alla fine del primo tempo.

LA RIMONTA – La ripresa non è meno avvincente del primo tempo, con un alternarsi sempre più frenetico di ribaltamenti: il Toro costruisce forse qualcosa in più, ma la Juventus, che probabilmente sente le fatiche della Champions di mercoledì, fa più paura quando affonda. E’ un derby che frizza, soprattutto quando entrano Lemina (per lo spento Sturaro) e Dybala (per l’esausto Mandzukic) che aggiungono vivacità alla manovra della Juvents. Ed è proprio Lemina che pesca Higuain davanti all’area marcato dal solo Barreca: troppo poco per il Pipita che si gira di prepotenza e fulmina Hart. Lo shock lo subisce tutto il Toro, che smussa quella smania offensiva che aveva spaventato la Juventus nella prima parte della ripresa. Il terzo gol della Juventus è la logica conseguenza: Dybala insiste sulla sinistra, cercando di far segnare prima Higuain poi Pjanic, che sigla il definitivo 3-1.

QUELLI DEL TORO – Valdifiori dirige con sicurezza, senza soffrire il centrocampo della Juventus; Zappacosta e Barreca spingono con continuità, ma il secondo ha sulla coscienza il secondo gol di Higuain; Hart è un valore aggiunto notevole. Detto di Belotti, un autentico uomo derby, deludono forse i suoi compagni di reparto Ljajic e Falque, meno imprevedibili di quanto potrebbero e dovrebbero essere.

QUELLI DELLA JUVE – Nella Juventus è esemplare Mandzukic, ovunque si trovi nel campo: in attacco a suggerire assist vincenti o davanti a Buffon per respingere i tiri granata, insomma, l’alter ego di Belotti è il guerriero croato. Cuadrado ricama, ma a volte si perde. Rugani è freddo e concentrato. Khedira è spesso presente, mancando però di precisione nell’ultimo passaggio o nel tiro, Dybala entra subito in partita con classe, ritmo e colpi.

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Tags: JuventusderbyTorinoHiguainBelotti

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