Juventus, gli effetti finanziari di tutte le operazioni di mercato

La Juventus conclude la sessione estiva di mercato con una spesa complessiva di 162,5 milioni di euro, confermando la sua “egemonia” in Italia e avvicinandosi, appena qualche gradino e milione sotto, ai livelli di investimento delle big inglesi United e City con i loro € 190 e 215 milioni circa.

Alle spalle big come Bayern Monaco (70 milioni), Barcellona (80 milioni) e Real Madrid (30 milioni di Morata). Una campagna trasferimenti che vede i bianconeri rinforzarsi nei reparti d’attaco e di difesa ed a cui è mancata (per diverse ragioni) la classica ciliegina per completare la torta: l’agoniato centrocampista. Andiamo ad analizzare nello specifico l’impatto economico e finanziario che questa finestra di calciomercato avrà nel bilancio bianconero 2016/17.

L’acquisto di Higuain per  € 90 milioni, quello di Pjanic per  € 32 milioni, Pjaca per € 23 milioni, il riscatto di Lemina per € 9,5 milioni, l’ingaggio a parametro zero di Dani Alves ed il prestito per € 3 milioni di Benatia, hanno comportato maggiori costi per circa € 75 milioni, di cui € 31,4 milioni per ammortamenti annui ed  € 43,6 milioni (dato ufficioso) per ingaggi al lordo. A tali acquisti va aggiunto quello last minute di Cuadrado, prestito oneroso triennale a € 5 milioni annui con facoltà (obbligo al raggiungimento di determinati obiettivi sportivi durante la durata contrattuale) di acquisto a titolo definitivo a fronte di € 25 milioni detratto quanto eventualmente già versato per l’acquisto temporaneo. L’acquisto di Cuadrado, dunque, non comporterà maggiori costi derivanti dal suo ammortamento che avverrà solo a partire dall’esercizio in cui si verificherà la sua acquisizione definitiva.

Le cessioni di Pogba (€ 105 milioni), Morata (€ 30 milioni), Padoin (€ 0,6 milioni), Isla (€ 4 milioni), Pereyra (€ 13 milioni), la cessione temporanea di Zaza (€ 5 milioni), oltre alla scadenza di contratto di Caceres e Martinez, hanno comportato minori costi per € 41,7 milioni circa, di cui € 14,2 milioni per minori ammortamenti ed € 27,5 milioni (dato ufficioso) da risparmio ingaggi. Se da un lato l’acquisto più costoso della storia bianconera, Higuain, comporterà un onere annuo in bilancio pari a 32 milioni, dall’altro la cessione più costosa, Pogba, ha liberato appena €11 milioni circa di costi annui.

Appare facile notare come, finora, dal punto di vista strettamente economico patrimoniale, la campagna trasferimenti della Juventus ha un’incidenza negativa in conto economico pari ad € 33,3 milioni circa dovuta a maggiori ammortamenti per € 17,2 milioni e maggiori ingaggi per € 16,1 milioni circa. Effetti negativi che, per il solo esercizio 2016/17, saranno compensati, in conto economico, dalle ricche plusvalenze derivanti dalle cessioni di Pogba (€ 72,6 milioni), Morata (€ 16 milioni), Isla (€ 0,7 milioni) e Pereyra (0,2 milioni) per totali € 89,5 milioni. Dal punto di vista finanziario e di flussi di cassa, la campagna acquisti bianconera presenta un saldo negativo di appena € 4,9 milioni, derivanti da acquisti per € 162,5 e cessioni per € 157,6 milioni.

Con i suoi 163 milioni circa la campagna trasferimenti bianconera si appresta ad essere classificata come la più “costosa” dell’era Andrea Agnelli che, dal suo insediamento (19 maggio 2010), ha investito la “modica” cifra di € 689,5 milioni. Frutto di un lavoro lungimirante del management di corso Galfer, partito da un aumento di capitale da € 120 milioni (ottobre 2011) ed una politica attenta ai costi che nel corso degli anni ha portato il fatturato della Juventus dai 172,1 milioni dell’esercizio 2010/11 con perdita di € 95,4 milioni, ai 387,5 milioni del 2016 ed un utile di 3,6 milioni (dati bilancio 2016 non ufficiali ed estrapolati dalla semestrale della controllante Exor).

Un modello di sviluppo sostenibile, quello della Juve, che le ha consentito di raggiungere standard elevati di risultati sportivi, garantendo alla società un equilibrio economico e finanziario necessario a consolidare il proprio sviluppo nel rispetto delle norme sul Financial Fair Play. E la campagna trasferimenti estiva ne è un’ulteriore dimostrazione. L’incremento dei costi derivante da questa sessione di calciomercato (€ 33 milioni circa tra ammortamenti e ingaggi) è, infatti, in linea con gli incrementi dei ricavi previsti per i prossimi anni soprattutto se la Juventus riuscirà a primeggiare in Europa ed a massimizzare ricavi e costi derivanti dal progetto J-Village la cui inaugurazione è prevista per giugno 2017.

Una campagna trasferimenti, dunque, che finanziariamente non modifica il sostanziale equilibrio di bilancio della società bianconera. Dal punto di vista sportivo, come al solito, sarà il campo a giudicare se le strategie messe in atto da Marotta & C. consentiranno alla Juventus di ambire a qualcosa di grande in Europa.

Benedetto Minerva – @BennyJFinance

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