Juventus, Dybala-Mandzukic che spettacolo. Allegri si arrabbia per il calo finale: 3-2 passa ai quarti

Juventus, Dybala-Mandzukic che spettacolo. Allegri si arrabbia per il calo finale: 3-2 passa ai quarti
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Giusto approccio della Juve che inizia molto bene, calo di tensione nella ripresa con due gol incassati. Il rigore di Pjanic dà la qualificazione ai quartitwitta

TORINO – Altro che onorare la Coppa Italia, Paulo Dybala la sublima con una prestazione deliziosa e tutta la Juventus dà spettacolo, alla faccia di chi finora ha tacciato i bianconeri di giocare male. Tra gol spettacolari, colpi di tacco e assist illuminanti, i bianconeri regalano, soprattutto nel primo tempo, un’esibizione di calcio godibilissimo, soprattutto perché davanti si ritrovano un’Atalanta aggressiva e ben organizzata, che inizia la partita mordendo la partita con notevole cattiveria agonistica. Ma dopo una manciata di minuti in equilibrio, sboccia Dybala, esplode Mandzukic e dipinge Pjanic: troppo per l’Atalanta che non muore, ma subisce due colpi decisivi. Certo, rimane il finale di gara della Juventus, un po’ in affanno e con la tensione calata: Allegri non sarà felicissimo, ma non è stata un’altra Doha. E ora la Juventus aspetta una fra Milan e Torino ai quarti (domani sera la sfida a San Siro).

LO SPETTACOLO – Il primo segnale che la Juventus è entrata con il giusto approccio è un palo (per quanto la conclusione sia “di pancia” e un po’ fortuita) di Mandzukic su cross di Lichtsteiner al 16’. Il secondo segnale è un rigore clamoroso e negato per fallo di Toloi su Dybala lanciato a rete al 19’. Poi arriva il gol di Dybala, con un tiro spaventosamente violento e preciso che raccoglie un assist di testa di Mandzukic al limite dell’area. E’ il 22’ e poco più di dodici minuti dopo Dybala ricambia il favore a Mandzukic, imbucando un diagonale in area che mette il croato davanti alla porta. Due a zero. E trentacinque minuti di Juventus brillantissima. Convince il 4-3-1-2 con Pjanic che agisce dietro Dybala e Mandzukic, inventando giocate raffinatissime. E i due attaccanti sfoggiano un’intesa consolidata. Le idee di Pjanic e la creatività di Dybala fanno frizzare la manovra offensiva, sorretta da un centrocampo di cemento armato che argina l’esuberanza dell’Atalanta. Rincon, in particolare, convince per senso tattico e determinazione: combatte con la delicatezza di un cingolato, ma dimostra di avere anche un piede velenoso, colpendo la traversa


 

IL CALO DI TENSIONE – La ripresa è un’altra storia: l’Atalanta prova a scrivere un altro finale, la Juventus è già con la testa al prologo della sfida di Firenze (domenica 20.45). Insomma, la tensione dei bianconeri cala e l’Atalanta fa paura. Konko segna al con una meraviglia di esterno che sorprende un non impeccabile Neto al 27’. Pjanic trasforma un rigore (netto il fallo di D’Alessandro su Lichtsteiner) tre minuti dopo. E dopo un gol fallito da Konko (che non sfrutta un avventato passaggio del sempre più confuso Neto), la butta dentro Latte Lath, diciottenne ivoriano subentrato vento minuti prima al posto di Grassi. Sul 3-2 a dieci minuti dalla fine la partita si fa tesa, Allegri mette in campo l’esperienza di Bonucci. Insomma, un finale che non esalta i primi minuti di Marko Pjaca che torna dopo l’infortunio al perone, senza magie, ma senza neppure l’occasione di inventarsele. Sarà per la prossima volta, perché il croato è destinato a divertire come la Juventus del primo tempo.

JUVE-ATALANTA 3-2: CRONACA, TABELLINO E STATISTICHE

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