Juventus, caso biglietti: indaga anche la procura della Figc

ROMA – Dopo il mondo della musica anche il calcio s’interroga sulla vendita dei biglietti da parte dei bagarini. Il caso riguarda la Juventus e un’inchiesta partita dalla procura di Torino, che sta indagando in merito al possibile coinvolgimento della ‘ndrangheta nel giro di tagliandi finiti nelle mani di rivenditori non autorizzati.

L’indagine, riporta la Gazzetta dello Sport, è partita nella scorsa estate e finita sulle prime pagine dei giornali, anche per il suicidio di un ultrà juventino indagato e ascoltato dalla procura piemontese in merito alla gestione illecita dei biglietti e ai proventi del bagarinaggio che, secondo gli inquirenti, potrebbero essere il collante che tiene insieme mafia e calcio.

Dopo le dichiarazioni di Andrea Agnelli nella recente assemblea degli azionisti (“La Juventus non c’entra”), il caso è però diventato materia di indagine anche per la stessa Figc.

Il procuratore federale Giuseppe Pecoraro ha infatti acquisito la documentazione dai colleghi di Torino e, nelle prossime settimane, dovrà cercare di capire se esiste davvero un rapporto stretto tra la società bianconera e il clan che si è arricchito attraverso la rivendita dei biglietti.

La Figc è al lavoro per verificare se la Juventus ha violato l’articolo 12, comma 1 e 2, del codice di Giustizia Sportiva (LEGGI QUI): articolo che regola i rapporti tra club e gruppi di tifosi “in materia di distribuzione al pubblico di biglietti”.

In caso di mancata archiviazione e di successivo deferimento e condanna, la Juventus rischierebbe una forte ammenda.

Juventus, caso biglietti: indaga anche la procura della Figc 01

L’articolo 12, comma 1 e 2, del codice di Giustizia Sportiva

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