Juventus, Allegri e quel no alla Roma

Juventus, Allegri e quel no alla Roma
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Il rapporto con il Milan sembrava agli sgoccioli e il tecnico aveva l’accordo con Sabatini in tasca. Il dietrofront fu una doccia freddatwitta

TORINO – Quando dici, il destino… E lui, Massimiliano Allegri, probabilmente lo dice. Ripensa – anzi meglio: ripenserà, sabato sera – a quella mini telenovela andata in onda nella primavera-estate del 2013, il cui finale scritto e annunciato sembrava dover essere il passaggio del tecnico livornese alla Roma. Fu Silvio Berlusconi ad uscire allo scoperto per primo, a maggio, annunciando sibillino che Allegri l’anno successivo avrebbe guidato i giallorossi. Svelando, di fatto, le trattative che avevano avviato i capitolini con l’intento appunto di ottenere la rescissione del contratto di Max con il Diavolo.

Sulle sponde del Tevere il trasferimento cominciava gradualmente a diventare un cosa praticamente assodata e nel Conte Max erano riposte le speranze di una rinascita in grande stile. Alla fine, però, Allegri decise che non era cosa, e non era il caso. Con Galliani gran tessitore, la sua permanenza al Milan venne sancita a margine di una cena ad Arcore nella quale Berlusconi puntava a rompere definitivamente, ma nella quale in realtà venne convinto a proseguire («Con Galliani e Allegri abbiamo avuto una franca e cordiale discussione in cui si è rivisitata e analizzata la stagione passata e c’è stato un chiarimento su alcune cose. Il rapporto con l’allenatore, che non si è mai interrotto, continua con fiducia e in assoluta e reciproca stima», il comunicato ufficiale del Milan).

Allegri chiede lo scatto

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