Juve vs Inter da Platini-Mazzola a Kean-Inzaghi: la strada del MiTo è la via scudetto

Viaggio dalla Milano di Dimarco alla Torino di Nedved: è la rotta prediletta del titolo tricolore, che l’ha percorsa 74 volte

Luigi Garlando

25 novembre – 08:31 – MILANO

Lo scudetto è un pendolare della Milano-Torino. Nella storia della Serie A, ha battuto l’autostrada A4 per 74 volte: 36 per raggiungere la Juve, 19 per finire sulle maglie dell’Inter e 19 su quelle del Milan. Tra i titoli della Roma 2001 e quello del Napoli 2023, il tricolore è rimasto intrappolato da casello a casello: trionfi solo per le tre squadre a strisce. Domani Juve-Inter, la partitissima tra le due formazioni al comando. Risaliamo l’autostrada del Mi-To, a caccia di storia.

Novara

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Boniperti, dov’è Virdis? La dolce vita di Inzaghi Immaginate l’emozione del 18enne Sandro Mazzola quel 10 giugno ‘61, quando imbocca la Milano-Torino. I dirigenti nerazzurri lo hanno prelevato a scuola, dove ha sostenuto tre interrogazioni e ora lo stanno portando a Torino. Il figlio di Valentino affronterà la Juve di Charles e Sivori. L’Inter, per protesta contro la Figc, guidata dal presidente della Juve, Umberto Agnelli, schiera la formazione De Martino. Sandrino segna il rigore della bandiera (9-1) e riceve i complimenti di Boniperti. Anche Federico Dimarco, come Mazzola, è cresciuto nelle giovanili nerazzurre e domani, in viaggio per Torino, avrà il cuore non meno emozionato. Ha 26 anni, è già una colonna della Nazionale, ma è figlio di Milano, l’unico nerazzurro, un ragazzo di Calvairate nato sotto il segno di Ronaldo-Iuliano e tanti Inter-Juve li ha vissuti urlando dalla Nord, accanto allo zio, ortolano di Porta Romana. Domani vibrerà come Sandrino. Passiamo dalla Rho di Fausto Pizzi, elegante meteora nerazzurra dei primi anni ‘90, e arriviamo presto nel Novarese. Francesco Platini partì da Agrate Conturbia in cerca di lavoro. Mirò le miniere dalla Lorena. In Francia nacque il figlio Aldo, prof di matematica, calciatore e poi gestore di un Bar Sport. E da Aldo: sua maestà Michel. Che da bambino tornava spesso nel paese novarese. Era legatissimo alla cugina Stefania. La Stefanina, come la chiamava lui. Si allenava scartando il cane della cugina e, quando ci riusciva, esultava celebrandosi: “Pelèatini!” O Rei era il suo idolo e, a forza di imitarlo, è diventato Le Roi. Platini ha fatto storia sulla strada del Mi-To. Tra tutte le perle, peschiamo il destro al volo in un Juve-Inter 2-0 dell’83-84. Giampiero Boniperti ha fatto storia da giocatore e da leggendario presidente. Misticamente devoto alla paniscia alla novarese, Boni, nel ‘77, acquistò Pietro Paolo Virdis dal Cagliari, dopo sofferta trattativa e lo nascose per due giorni in un albergo di Novara, La Meridiana, l’unico cui si poteva accedere direttamente dall’autostrada, senza uscire dal casello. I giornalisti impazzirono per trovarlo. Vinse Boniperti. A Novara, ‘96-97, giocò Simone Inzaghi, centravanti di 20 anni. Stagione tribolata per gli infortuni. Segnò solo 4 reti. I frequenti viaggi a Milano, dopo il tramonto, per raggiungere i locali milanesi, non aiutarono il suo mal di schiena. Suo fratello Pippo aveva una diversa ossessione per la gloria. Per il Novara fu un’ottima stagione: promozione in C1. È ciò che vuole rifare Inzaghi, a cominciare da domani, quando ripasserà da Novara: vincere il campionato. Ora l’ossessione ce l’ha. Gli stadi di Novara e Vercelli sono dedicati a Silvio Piola, indiscusso e indimenticabile re dei bomber di Serie A (274 gol), per due anni protagonista nel derby d’Italia: Juve, ‘45-47. Un gol all’Arena nel 2-2 del novembre 1945. Piola non si trasferì a Torino. Restò nella sua Vercelli. Ha raccontato: “A causa dei danni della guerra, impiegavo 4-5 ore per coprire 80 km. Partivo alla 11 di mattina per andare ad allenarmi e tornavo in piena notte”. 

Vercelli

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 A Vercelli è nato Moise Kean, che a 5 anni si è poi trasferito ad Asti, e, a una ventina di km, a Tronzano, Domenico Marocchino. In comune, oltre all’estro, l’idiosincrasia per le sveglie. Punito più volte Kean per ritardi alle riunioni tecniche; un giorno Marocchino arrivò allo stadio tutto trafelato, ma la squadra era già partita. Il Meco si buttò all’inseguimento in auto e raggiunse il pullman in autostrada. I compagni dai finestrini mimavano numeri con le mani: 3, 4, 7… Cercavano di indovinare quanti milioni di multa avrebbe preso. Vinse chi aveva mostrato la mano aperta: 5 milioni di multa. A Verona, Boniperti, inimitabile, non fece scenate. Si limitò a notare: «Domenico, non hai fatto la barba». A Vercelli è nato anche Virgilio Rosetta, che con Umberto Caligaris e Gianpiero Combi, formò la più celebre filastrocca della storia juventina: Combi, Rosetta, Caligaris, paragonabile solo a Zoff, Gentile e Cabrini. Per tanti, la miglior difesa italiana di tutti i tempi. Blindarono 4 scudetti e il titolo Mondiale del ‘34. Imbattuti per 934’, record migliorato solo dalla BBC di Bonucci, Barzagli, Chiellini (974’). Combi nato a Torino, Rosetta a Vercelli, Caligaris a Casale: una trincea assemblata a ridosso dell’autostrada del MI-TO. Facile che Allegri abbia la loro foto sul comodino. Li chiamavano i Tre Ragionieri, per via del titolo di studio che ritrae bene anche la Juve di Max. 

Torino

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Superiamo Chivasso, dove quattro anni fa si è spento Gianfranco Leoncini, terzino-mediano da combattimento che, in 12 anni di Juve (1958-70) ha vinto 3 scudetti, e arriviamo a Torino. Marcus Thuram si rivedrà in braccio al padre juventino, al Delle Alpi, durante una festa scudetto (2001-03). Darmian si caricherà considerando che nell’ultimo derby perso dalla Juve, 8 anni fa, lui, da granata, ci mise un gol. Imbocchiamo l’uscita Venaria e siamo all’Allianz Stadium, teatro della partitissima, non lontano dall’ex residenza di Nedved, agguerrito protagonista del Derby d’Italia. Anche ora. Un paio di anni fa mandò a dire: «Mio figlio era alle medie e ora è all’università. In questi anni, lo scudetto è sempre stato della Juve». Materazzi ha risposto: «Pavel, auguriamo a tuo figlio che possa vedere anche una Champions, prima che si laurei». Questa è la temperatura media dell’asfalto sulla strada del MI-TO.

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