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Juve, vittoria di rigore: Bonucci fa 2 su 2, Lazio battuta e agganciata

Fuori Immobile e Dybala, il match è deciso da una doppietta dal dischetto del difensore. Il quarto posto dista 4 punti. Danilo esce in barella

Il confronto diretto fra Sarri ed Allegri si conclude con la terza vittoria esterna in campionato della Juve, dopo La Spezia e il derby: all’Olimpico i bianconeri superano 2-0 la Lazio, match winner Bonucci che batte Reina due volte dal dischetto. Immobile si commuove davanti alle coreografie che l’Olimpico gli dedica ma non è fra i convocati, la Juventus aggancia i biancocelesti in classifica grazie ai tre punti conquistati. Al di là di quel che farà l’Inter, la distanza dal quarto posto (i 25 punti dell’Atalanta, che è già scesa in campo) è di quattro lunghezze.

Bonucci, dischetto e gol

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Senza Immobile i padroni di casa, orfani di Dybala i bianconeri. Lazzari si prende il versante destro dalla difesa, sull’opposto Allegri sceglie Pellegrini, con Alex Sandro in panca. Per il resto scelte prevedibili, con il duo Luis Alberto e Milinkovic-Savic ai lati di Cataldi e Pedro falso nove da un lato, e McKennie-Locatelli centrali, con Chiesa spalla di Morata dall’altro. Nessuna novità nemmeno sul canovaccio previsto in campo: tanta Lazio nei primi 20’, poi il vantaggio della Juve sgonfia i padroni di casa, che accusano il colpo e perdono la brillantezza mostrata fin lì. La rete bianconera arriva al 23’ dal dischetto, con Bonucci bravo a battere Reina di destro, dopo che Di Bello aveva verificato sullo schermo l’irregolarità del contatto in area fra Cataldi e Morata. Nel frattempo la Juve aveva perso Danilo per infortunio (e l’uscita in barella col volto coperto da un braccio non lascia presagire nulla di buono), sostituito al 15’ da Kulusevski. Da quel momento, con Cuadrado arretrato a fare il quarto di difesa, Allegri lascia a 3 il centrocampo, piazzando lo svedese all’altezza di Chiesa e Morata. Ma per la Juve non cambia un granché: la squadra resta accartocciata dietro, rischia poco o niente ma costruisce ancora meno. E quelle rare volte che riesce a superare il centrocampo laziale o perde il tempo per eccesso di lentezza o sceglie la soluzione più difficile, tipo Morata che cerca la rovesciata e manda alto. Totale: nel primo tempo la Juve non trova mai lo specchio, la Lazio guadagna qualche angolo e una volta Milinkovic-Savic chiama in causa Szczesny. Poca roba, diciamolo.

Bonucci concede il bis

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La ripresa si apre con una Juve sorprendentemente vivace: prima Kulusevski chiama Reina alla deviazione in angolo, poi dalla battuta dalla bandierina di Pellegrini Bonucci si incarta davanti al portiere avversario e sbaglia il tocco a un passo dalla rete, quindi Chiesa inventa una sgroppata delle sue, lancia in profondità per Kulusevski, che controlla goffamente e gestisce male l’azione, sprecando tutto. La Lazio non riesce a riprendere quota, anche se possesso palla e pressione offensiva sono ancora suoi. Ma la Juve chiude bene, e i laziali non trovano né spazi né conclusioni pericolose. Poi il confronto si fa equilibrato e poco avvincente: la Juve costruisce qualche buona azione offensiva, ma regolarmente sbaglia l’ultimo passaggio o non gestisce al meglio situazioni di vantaggio. La Lazio fatica in fase di costruzione e lascia aperto qualche varco qua e là. Kean non fa in tempo ad entrare in campo (al posto di Morata), che si ritrova a tu per tu con Reina, che ha la meglio, e un attimo dopo può colpire di testa, col pallone che va di poco alto. L’occasione migliore della ripresa è per un altro subentrato, Muriqi, che non trova l’impatto col pallone a tu per tu con Szczesny, ma sul ribaltamento dell’azione una discesa travolgente di Chiesa viene fermata da Reina, che, già superato, torna in area e commette fallo da dietro sull’ex viola. E al minuto 83 di nuovo Bonucci dal dischetto batte Reina e fissa il risultato sullo 0-2.