Juve, tridente o coppia: così cambiano le scelte di Allegri

L’Inter? E’ pronta. Il Milan? Lo stesso. La Roma? Pure. E la Juve? «Ci vuole della calma», che nel tosco/ardenzino di Allegri diventa halma, con la c aspirata. Ma siamo certi che Max userebbe anche in questo caso il suo slogan preferito? La Juve ha definito solo ieri, a cinque giorni dall’inizio del campionato, l’operazione di un sicuro titolare, Filip Kostic. Sembra in grado di acquistare anche una riserva (Depay) del Barcellona (che in attacco ha preso tale Lewandowski) forse nei prossimi giorni. Due buoni giocatori in grado di conquistare un ruolo di rilievo nella ricostruzione di una squadra che, per quanto visto finora, ricorda nel gioco e nello spirito quella triste della scorsa stagione.

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Kostic alla Juve, ma prima l’ultimo allenamento con l’Eintracht

Tridente

Come qualcuno aveva brillantemente colto, lo 0-4 contro l’Atletico Madrid è andato in soccorso all’allenatore e in un paio di giorni è stata definita la trattativa per Kostic, trattativa iniziata un po’ di tempo fa. In altre epoche, la Juve l’avrebbe chiusa in un attimo. Il serbo giocherà al fianco del suo connazionale Vlahovic, un bell’aiuto per Dusan che alla Continassa sta ancora cercando se stesso dopo il trasferimento dalla Fiorentina. Kostic è il sostituto di Chiesa, atteso al rientro nel girone di ritorno. Ha potenza, un bel calcio, uno spunto notevole, ma non è mai stato un grande cannoniere, negli 8 anni di Bundesliga il suo record personale è fissato a 6 gol nell’Eintracht Francoforte del 2018-19. In quella stagione, il suo vero merito si chiama Luka Jovic: lo ha ispirato e spinto a segnare 17 reti, quota che ha indotto il Real Madrid a pagarlo un occhio della testa. Questa è la garanzia di Vlahovic che, curiosamente, entra in questo intreccio serbo per aver lasciato il posto al suo connazionale Jovic a Firenze.

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Staffetta o insieme?

Depay saprà ravvivare l’attacco bianconero con la fantasia che porta con sé. Nel Barcellona non avrebbe trovato spazio, aveva davanti Lewandowski. E per la verità di spazio in Catalogna ne ha avuto poco anche nella seconda parte della scorsa stagione, quando è rientrato dopo una serie di infortuni. L’olandese offrirà ad Allegri la possibilità di variare assetto in attacco. Il tecnico può pensare a Depay come alternativa a Vlahovic, ma può immaginarli anche come coppia d’attacco in una squadra ultra-offensiva con due esterni come Di Maria e Kostic. Senza dimenticare che Di Maria, nel primo Real Madrid di Ancelotti (si parla del 2013-14), venne inventato come interno di un centrocampo a tre: Carletto non voleva metterlo fuori e avendo in attacco Ronaldo, Benzema e Bale, lo arretrò in mezzo al campo, al fianco di Modric e Xabi Alonso con ottimi risultati. In carriera, Depay ha sempre segnato molto, fino a toccare i 22 gol nel Psv Eindhoven 2014-15 e i 20 nel Lione 2020-21, quando si è trasferito a Barcellona segnando nella Liga 12 gol in 28 presenze, come detto non tutte da titolare.

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Ma in mezzo?

Sistemato l’attacco, a pochi giorni dal debutto in campionato la Juventus ha un centrocampo più sbiadito dell’anno scorso. Non ci sarà Pogba per chissà quanto tempo, Rabiot sta parlando col Manchester United, McKennie è fuori per infortunio, Arthur è fuori in senso definitivo, oltre a Locatelli e Zakaria restano i giovani. Il centrocampo, col suo livello scadente, è stato il vero problema della Juve dell’anno scorso e, causa anche lo stop di Pogba, è addirittura peggiorato. Oggi Paredes, o un giocatore analogo, serve più di Kostic e Depay. E’ indispensabile. La Juve continua a schierare il peggior centrocampo fra le pretendenti ai posti di Champions League, se non alza la sua cifra tecnica andrà in difficoltà come accaduto negli ultimi anni. Ha bisogno di idee, di personalità, di visione di gioco, ha bisogno di giocatori veri. E quando la Juve riuscirà a prendere anche Paredes (o chi per lui), Allegri avrà 6 nuovi titolari, Bremer, Di Maria, Pogba, Kostic, Depay e Paredes (?), una rivoluzione totale: ma non era davvero possibile chiuderla prima?

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