Devono avergli detto: senza giovani stiamo freschi. E Cristiano Giuntoli, arrivato ormai alla torrida metà della sua prima estate juventina, ha pensato che fosse un’ottima idea. Fare spazio, alleviare i bollori del bilancio. E raccogliere, formichin formichina, le provviste utili a fronteggiare le prossime puntate del mercato. In realtà Giuntoli non aveva bisogno di consigli, neppure scherzosi. Aveva un piano. Lo aveva anche la Juventus, probabilmente modificato in corso d’opera. La Next Gen è nata come laboratorio alternativo, camera di decompressione per la strategia consueta di ricoprire di prestiti il campionato. Bianconeri, bianconeri ovunque, travestiti con altre maglie. Rischiavi di dimenticarli in qualche limbo. Con la Next Gen, almeno, puoi concentrarli in un posto solo, tenerli d’occhio e scegliere quelli che t’interessano.
Poi, come capita spesso, è cambiato il mondo. E forse la Juve ha visto volare il cigno nero prima di chiunque altro. Ha intuito che persino inglesi e sauditi stavano arrotolando a chiocciola le tasche. O forse ha solo reagito rapidamente. Questi sono i miei gioielli, ha cominciato a raccontare in giro, se volete li cedo a buon prezzo. D’accordo, per quanto riguarda Soulé giusto uno sconto simbolico. Con Matias, anche Iling-Junior, Barrenechea, Kaio Jorge, Huijsen e attraverso modalità differenti Kean e De Winter hanno conosciuto il loro rito di passaggio: da futuro tecnico sono diventati presente economico. Una formula commerciale brillante che realizza il miracolo sociale di rendere tutti felici. Chi vende può andare a spendere, poniamo, per Todibo e Koopmeiners; chi acquista risparmia, rispetto a epoche meno razionali; i giocatori vedono lievitare del doppio o del triplo i propri stipendi, inizialmente moderati.
La Juve è stata abile e veloce, ma così fan molti. L’unica vera risorsa monetizzabile che l’Inter intenda sfruttare, al momento, si chiama Valentin Carboni e ha diciannove anni. Lo stratagemma delle seconde squadre si fa sistema. L’Atalanta si è avviata, il Milan anche, l’Inter provvederà. Può essere la giusta propulsione per il calcio del domani immediato: verde, sostenibile, inclusiva. La circolazione dei soli giovani, mentre gli eroi dimenticati si mettono in fila all’ingresso artisti degli stadi, scambiando le loro vecchie storie con piatti di lenticchie.
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