Juve, si riapre il fronte plusvalenze: la procura Figc chiede la revocazione della sentenza

Dopo aver letto le carte dei pm di Torino, gli inquirenti federali hanno chiesto la revocazione dell’assoluzione da parte della Corte federale d’Appello

La procura federale ha chiesto la revocazione della sentenza con cui la Corte d’appello della Figc aveva assolto nel maggio scorso la Juventus e altri 10 club nel processo sulle plusvalenze. Evidentemente, la procura guidata da Giuseppe Chinè ha rinvenuto nella lettura dei documenti forniti dalla procura di Torino nuovi elementi in grado di riaprire il caso. La Corte avrà ora 30 giorni per convocare l’udienza in cui la Procura chiederà nuove sanzioni non solo nei confronti della Juventus, ma anche degli altri club coinvolti nel primo processo con presunte plusvalenze fittizie nelle operazioni con i bianconeri. Degli undici assolti il 17 maggio (Juventus, Napoli, Samp, Empoli, Genoa, Parma, Pescara, Pisa, Pro Vercelli, Novara e Chievo) solo la posizione del Napoli non è in discussione visto che all’epoca si esaminava solo l’affare Osimhen che non coinvolge la Juve.

Le contestazioni dei pm

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I pm torinesi, che hanno chiesto il rinvio a giudizio dell’ex presidente bianconero Andrea Agnelli e di altri dirigenti per false comunicazioni sociali, ostacolo alla vigilanza e fatturazioni fittizie, si sono concentrati sugli scambi di giocatori senza passaggio di denaro, oltre che sulle manovre degli stipendi. In particolare, per il filone delle plusvalenze, secondo i magistrati la Juventus avrebbe sovrastimato le plusvalenze per un totale di 155 milioni tra il 2018-19 e il 2020-21.

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