Juve-Sarri, manca l’accordo sulla risoluzione: il nodo resta la penale

Il club vorrebbe chiudere subito, il tecnico non ha fretta e chiede i 2,5 milioni del mancato rinnovo

Ha letto le carte, con attenzione, ma non le ha firmate. Maurizio Sarri e la Juve ancora dentro la stessa casa, almeno formalmente. E in attesa di una svolta che potrebbe arrivare in fretta, il consiglio è tuttavia quello di non metterci entrambi i polpastrelli sul fuoco. La Juve ha preparato tutto per un accordo da trovare entro il 31 ottobre, domani. E si lavorerà anche oggi. Non un ultimatum, ci mancherebbe, ma una semplice strategia. Chiaramente siamo quasi fuori tempo massimo: di sicuro ieri nessuna intesa, bisogna andare no stop.

Nodi da sciogliere

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Riepilogando: Sarri ha un contratto in scadenza, semplicemente perché l’opzione rinnovo fino al 2022 non sarà rispettata (lo hanno esonerato la scorsa estate…) e qui emerge il primo intoppo. La Juve deve 2,5 milioni netti proprio perché non eserciterà il prolungamento per un’altra stagione. Qual è l’intoppo? La Juve vorrebbe che Sarri rinunciasse alla penale, ritenendo congruo il pagamento di buona parte dell’ingaggio fino al prossimo giugno. Sarri si è consultato con Fali Ramadani e Alessandro Pellegrini, non è convinto. Il fattore psicologico conta e gli consiglierebbe di chiudere definitivamente quella porta, rinunciando agli ultimi spifferi come una nuvola di fumo che va via e che non torna indietro. Ma la psicologia lascia presto spazio all’aspetto pratico: Sarri è perplesso, la Juve è una ferita dolorosa, i fatti recenti hanno confermato i problemi da lui evidenziati nelle segrete stanze. La Juve non decolla, il Maestro Pirlo ha bisogno di tempo, Sarri pensa di avere fatto un capolavoro la scorsa stagione in una situazione che aveva fatto emergere mille problemi. E a lui tempo zero…

La penale e non solo

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Quando disse “abbiamo vinto il campionato più difficile della storia”, lo avevano preso per matto, invece c’era un fondo di verità. Ecco perché le riflessioni continuano, dentro il suo eremo toscano, mentre guarda partite con ingordigia. Come quando allenava, con la differenza che stavolta non deve studiare le squadre avversarie, ma ingannare il tempo sapendo che soltanto il campo gli restituirà l’entusiasmo di sempre. La penale non è l’unico intoppo, perché la spalmatura che la Juve propone all’allenatore coinvolge addirittura la stagione 2021-2022. Qui le riflessioni in corso sono diventate un paletto abbastanza alto. Ricordiamo che Sarri guadagna 5,5 milioni netti più le tre mensilità che la scorsa primavera furono riversate sul prossimo bilancio. I bonifici sono in corso, il resto è da scrivere. La vicenda va monitorata giorno dopo giorno, oggi manca il reciproco accordo con stretta di mano e rimozione del legame che resta.

Max e il treno in corsa

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Abituato al campo, miglior amico da sempre, Sarri ha approfittato di queste settimane per un piccolo intervento alla bocca a suo tempo rinviato. Osserva e memorizza come se fossero sigarette da aspirare, si tiene aggiornato: la possibilità è che trascorra l’intero anno sabbatico, come fece Allegri. Che poi per Max sia addirittura in corso il secondo è soltanto un dettaglio, deve arrivare la soluzione davvero all’altezza del suo curriculum. Sarri legge di Fiorentina e Roma per il futuro, invece oggi non ci sono contatti approfonditi. Ramadani potrebbe sottoporgli qualche proposta dall’estero: a quel punto il contratto si risolverebbe in automatico, ma salire in corsa non è la specialità della casa. E ci sono altri aspetti che gli mettono inquietudine: il deserto degli stadi, la necessità di insegnare al volo situazioni che andrebbero memorizzate. La domanda è immediata: gli converrebbe? La risposta è implicita: probabilmente no. Certo, ci sono gli eccezioni, oggi imperscrutabili. I dialoghi con la Juve andranno avanti: si può trovare la quadratura, ma devono cambiare alcune condizioni. Altrimenti no problem, le risoluzioni sono come i matrimoni: si fanno in due. Ma quando i matrimoni finiscono, è meglio salutarsi.

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