Juve, sarà rifondazione: chi rimane e chi parte

Rifondazione Juve. Come ripartire dopo una stagione al di sotto delle attese, che sta certificando la fine del regno durato nove scudetti? Tutto dipenderà dall’epilogo di questa annata disgraziata, vissuta in modo preoccupante sull’altalena, che vede, a fine marzo, i bianconeri fuori dalla Champions League e dalla corsa al titolo e risucchiata nella lotta per un posto per entrare tra le prime quattro, con tutti i rischi connessi. Non esattamente lo scenario preventivato alla Continassa l’estate scorsa, quando è stato lanciato con grande enfasi il progetto targato Andrea Pirlo. Una svolta imperniata sui giovani e su una nuova filosofia di gioco più moderna ed europea, se vogliamo ancora più rivoluzionaria di quanto già tentato con Sarri e la sua iniezione di estetica abbinata ai risultati, idea immediatamente abortita per manifesta incompatibilità tra tecnico e mondo Juve, nonostante avesse portato uno scudetto (ma anche due finali perse e un’eliminazione precoce in Champions). «Continueremo su questa strada» ha assicurato il capo dell’area sportiva, Fabio Paratici. In attesa di capire che ne sarà del Maestro, si andrà in ogni caso avanti con il ringiovanimento della rosa, con l’inserimento di nuovi talenti da far diventare i leader di domani. Si proseguirà con il «cambiare per vincere» che è stato il leit motiv dell’ultimo decennio, anche attraverso scelte dolorose o rischiose che non sono mai mancate ma che si sono comunque rivelate vincenti.

Juve, da Chiesa a Ronaldo e Dybala: chi resta e chi parte

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Juve, da Chiesa a Ronaldo e Dybala: chi resta e chi parte

La Juve ripartirà dai giovani ma non solo…

Un cambiare per rinnovarsi, costruire il futuro e continuare a vincere, quindi. Con un occhio, e anche qualcosa in più, ai conti e alla necessità di vendere e realizzare plusvalenze entro il 30 giugno per sistemare il bilancio, in sofferenza a causa della pandemia. La base della Juve che verrà sarà costituita da quei talenti che sono stati i protagonisti delle sessioni di mercato delle ultime due stagioni. Vale a dire De Ligt (85 milioni nell’estate 2019), McKennie (appena riscattato dallo Schalke 04 per un massimo di 25 milioni), Kulusevski (35 milioni più 9 di bonus dall’Atalanta), Arthur (72 milioni più 10 di bonus nell’ambito dello scambio con Pjanic con il Barcellona) e Chiesa (massimo di 60 milioni alla Fiorentina tra prestito, obbligo di riscatto e bonus). Tutti nati tra il 1996 e il 2000 e tutti interpreti di quel rinnovamento generazionale che la società sta perseguendo ormai da tempo. L’identikit corrisponde anche a Demiral (classe ’98), Bentancur (’97) e Frabotta (’99) : il turco e l’uruguaiano stanno vivendo una stagione tra alti e bassi ma hanno mercato, tanto che già in passato sono state rifiutate offerte sostanziose per entrambi, e potrebbero essere sacrificati in nome di una significativa plusvalenza, così come l’azzurro. Ai giovani si aggiungeranno, in ogni caso, alcune pedine di esperienza. Tra quelli praticamente sicuri di rimanere figurano Danilo, Cuadrado (entrambi tra i migliori finora), Szczesny e Bonucci.

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