Juve, ritorna il blocco Italia: ieri 7 titolari. Non succedeva da 6 anni

Assenze contingenti ma anche decisa inversione di tendenza nelle strategie di mercato: anche così la Juve torna nel solco della sua tradizione

A furia di scavare, si riscopre l’azzurro. La Juventus era da ben 6 anni che non schierava almeno 7 italiani tra i titolari: è vero, contro la Roma lo ha fatto in parte per sopperire alle assenze di diversi titolari, ma non si può ignorare un’inversione di tendenza che nelle ultime stagioni aveva reso la rosa bianconera sempre più internazionale. Intanto ieri sera all’Allianz Stadium la quota azzurra ha quasi totalmente ben figurato, ma quel che più è importante è il processo di ritorno a un Dna che il club torinese ha sempre mostrato con orgoglio, con le vagonate di giocatori forniti alla Nazionale italiana nei decenni.

FLASHBACK

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È il 16 maggio 2015 e sulla panchina bianconera c’è Massimiliano Allegri a sbancare San Siro in rimonta ai danni dell’Inter, in quel caso con addirittura 8 italiani al nastro di partenza. L’unico presente in entrambe le occasioni è Leonardo Bonucci, mentre gli altri sono cambiati tutti. In porta Marco Storari, in difesa Andrea Barzagli e Simone Padoin, a centrocampo Stefano Sturaro, Claudio Marchisio e Romulo, davanti Alessandro Matri. Le uniche eccezioni in quel caso sono Stephan Lichtsteiner, Roberto Pereyra e Alvaro Morata. Sembra una vita fa a rileggere la formazione, e in effetti calcisticamente sono passate un paio di generazioni. Basti pensare al 24 novembre 2020, nemmeno un anno fa, quando per la prima volta la Juventus (contro il Ferencvaros in Champions League) scende in campo senza italiani tra porta e difesa rompendo una tradizione lunga una vita: non era mai accaduto prima. Succede lo stesso in Serie A alla fine dello scorso febbraio contro il Verona: primo caso alla partita numero 2947 nel massimo campionato.

I FATTORI

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Da dove nasce questa inversione di tendenza? Partiamo con un po’ di cinismo. Togli l’Albiceleste di Paulo Dybala, fai a meno del Bleu di Adrien Rabiot e dell’Oranje di Matthijs de Ligt, e tieni a riposo il verdeoro di Alex Sandro fresco di jet lag: ecco che di azzurro ce n’è bisogno. Però in casa devi avere italiani validi e recentemente la Juventus si è mossa in questa direzione. Moise Kean – decisivo per affondare la Roma – è stato richiamato dall’Inghilterra anche per la profonda conoscenza dell’ambiente lunga un vivaio, mentre le ultime due sessioni di mercato hanno arricchito la rosa con i pilastri della Nazionale Federico Chiesa e Manuel Locatelli. Insomma, sul mercato la via degli italiani è stata ritrovata e nemmeno a prezzi scontati. Giorgio Chiellini non se n’è mai andato, Bonucci sì ma è tornato sùbito all’ovile. Poi, con grande merito di Allegri, ci sono due giocatori su cui probabilmente in pochi avrebbero scommesso dopo lunghi filotti di prestazioni opache e sfiduciate: Mattia De Sciglio e Federico Bernardeschi, rinvigoriti dal sostegno dell’allenatore e pronti a sfruttare il minutaggio concesso.

ITALIANI E ITALIANIZZATI

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Certo, le manone sul rigore di Jordan Veretout ce le ha messe un polacco, ma il blocco azzurro non ha sfigurato nel big match della domenica sera. Gol di Kean su cross di De Sciglio, un paio di interventi decisivi della coppia di centrali e una piena sufficienza per Locatelli e Bernardeschi. Per assurdo, ieri il peggiore in campo è stato Chiesa, il ragazzo che si è preso – con Dybala – la briga di far dimenticare per quanto possibile Cristiano Ronaldo. Però alla fine è un po’ così che funziona nelle nazionali che girano bene: se il gruppo regge, alla stella è permesso un giorno di ferie. E poi non dimentichiamo che Alvaro Morata è praticamente un italiano d’adozione, che Wojciech Szczesny è arrivato in Serie A nel 2015 e che Rodrigo Bentancur lo ha fatto a 20 anni. Danilo è il più “fresco”, ma quel nome che suona tanto italiano qualcosa vorrà dire.

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