Juve, Pirlo è già più di Sarri: ecco come

TORINO – A me la palla. La nuova Juve di Andrea Pirlo vuole comandare: il possesso del pallone è una delle idee fondanti della filosofia di gioco del neo tecnico bianconero, unito alla volontà di essere propositivi e di attaccare. Un «calcio totale e collettivo», lo definisce nella tesi presentata a Coverciano, grazie al quale si ha «l’ambizione di comandare il gioco in ambedue le fasi» e in cui tutto ruota appunto attorno al pallone. «Vogliamo e dobbiamo tenerlo il più possibile finché attacchiamo e dobbiamo avere una ferocia agonistica forte per andarlo a recuperare subito una volta perso». Possesso e recupero, insomma. Il processo di costruzione è naturalmente ancora in corso, servirà altro tempo, ma i primi segni della novità portata dall’allenatore sono già emersi nelle prime due partite di campionato. Concentriamoci sul primo aspetto, quello del possesso palla. Contro la Sampdoria e Roma, le uniche due gare giocatore finora dai bianconeri, la Juve ha effettuato in media 665 passaggi.

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Mai cosi tanti dalla stagione 2004/05 (da quando cioè esistono le rilevazioni Opta): il dato rappresenta una decisa evoluzione, quindi, un progresso evidente, considerando che la media massima di passaggi a partita fatta registrare in serie A dai bianconeri era stata di 580 nel 2017/18, con Massimiliano Allegri al timone. Il dato è ancora circoscritto ed è quindi una fotografia al momento parziale ma identifica già una linea di tendenza e la messa in pratica della filosofia di Pirlo. E segna anche un passo avanti rispetto al progetto portato avanti da Maurizio Sarri e naufragato dopo una sola stagione. La conferma viene dalla statistica di whoscored.com, secondo cui nella scorsa stagione, i bianconeri hanno mantenuto una media di 571,8 passaggi a partita, la seconda della serie A dietro, ironia della sorte, al Napoli di Ancelotti-Gattuso (602) e davanti a Sassuolo (536,8) e Atalanta (529,8). […]

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