Juve, Paratici: “Si chiude un’epoca, undici anni meravigliosi”

TORINO – Il rapporto di collaborazione tra Fabio Paratici e la Juve si è concluso dopo 11 stagioni di successi. L’ormai ex dirigente bianconero si è presentato, insieme al presidente Andrea Agnelli, nella sala stampa dello Stadium per salutare quella che è stata la sua casa. Il primo a parlare è proprio il presidente bianconero: “In questi undici anni, andando da Delneri a Pirlo, 9 Scudetti, 5 Coppe Italia, 2 Finali Champions. Siamo partiti all’Olimpico, oggi Stadio Grande Torino, e oggi siamo all’Allianz. Con progetto Women e Under 23 sempre sotto la leadership e responsabilità di Fabio. Ha portato Tevez, Dybala, Cristiano Ronaldo. Ma tutti i giocatori e gli allenatori che sono stati con noi in questi undici anni. L’unico rammarico è quel Van Persie, con cena organizzata all’ultimo minuto a casa mia. Anche per la missione in avanscoperta che mi aveva mandato a fare qualche giorno prima. Penso a pranzi, cene, alle storie del giovane scout in Sudamerica. Fabio potrebbe raccontare calcio per ore e staresti ad ascoltarlo per sempre. Penso a quelle rare chiamate alle 7.30 e io pensavo fosse successo qualcosa di grave. Poi in realtà era un fuso orario diverso. Penso alle feste scudetto, penso che alla Juventus sia arrivato un ragazzo e va via un uomo. Potevo pensare mille aneddoti, siamo convenuti al fatto che forse questo era il momento di intraprendere un percorso diverso. A nome di tutta la Juventus, grazie di tutto Fabio, sono stati undici anni fantastici. Ma nel futuro non mi chiamare alle 7.30 del mattino“.

Paratici saluta la Juve

Dopo un abbraccio con il presidente, tocca a Paratici: “Per me difficile parlare, mi sono scritto qualche appunto. Ringrazio Andrea e la Juventus per avermi dato quest’ultima occasione per salutarvi e ringraziare. Lo sento come un onore e un privilegio. Undici anni nella vita di una persona sono tantissimi, nel calcio, nel mio lavoro, sono un’enormita. Un’epoca che ho condiviso con tantissime persone che sono arrivate, sono partite, si sono avvicendate. A ognuna di loro devo dire grazie. Loro sanno chi sono. Da dirigenti, staff, allenatori, giocatori. Abbiamo perso tanto e anche vinco tanto. Un grande fortuna per me passare per la Juventus (si commuove, ndr). Ho dato tutto quello che avevo, mi sono vissuto ogni momento e sono molto orgoglioso di come mi sono comportato. E ho ricevuto più di quello che ho dato. Passare dalla Juventus significa essere una persona migliore. La disciplina, cultura del lavoro, mentalità vincente, la vicinanza di una proprietà e una famiglia che non ti fa mai mancare nulla“.

Storia del calcio

Poi ha continuato: “Andrò in altri club e spero di trovare la stessa passione e lo stesso amore che si ha qui verso quello che si fa. Come professionista devo ringraziare, ho avuto un’autonomia totale. Ho potuto sperimentare, osare, lavorare in piena autonomia, sempre potendo contare sulla fiducia di chi era al mio fianco. Questo per me è stato importante. Non ho mai preso in considerazione l’idea di interrompere il percorso prima. Al di là dei titoli e delle vittorie, ho vissuto ogni minuto e ho avuto un’altra grande fortuna, quella di poter osservare ogni giorno tra i migliori calciatori del mondo, dell’ultimo decennio, probabilmente alcuni tra i migliori calciatori della storia del calcio. Ho potuto godermeli ogni giorno. Ho potuto condividere idee e pensieri con quelli che per i miei figli sono eroi del calcio, come Ronaldo, Nedved, Buffon, Chiellini, Tevez. Con grandi allenatori che mi hanno insegnato tantissimo, gente che ha fatto la storia del calcio. Per un appassionato di calcio come me è stata una grandissima fortuna. Per questo non posso che essere riconoscente e grato, soprattutto ora che le strade si dividono. Sono commosso ma anche felice per quanto fatto negli anni insieme“.

I momenti più belli

Si passa poi alle domande e viene domandato il momento più bello: “Il gol di Borriello a Cesena”. Agnelli si intromette: “Io ero in un parcheggio a Detroit a seguire“. “Scambio Lukaku-Dybala? Non è un rimpianto. Quando fai questo lavoro devi considerare tutto e avere una mente molto elastica. Sai che parti con un’idea e poi devi essere elastico. Devo dire che ci sono anche dei lati che non potete sapere del tutto, che indicano la strada per fare determinate operazioni. Dybala grandissimo giocatore che ha dato moltissimo alla Juve. Credo di essere uno dei maggiori responsabili del fatto che sia venuto qui, nel senso che la responsabilità del mercato era la mia insieme a Marotta, Nedved e Agnelli. Aveva fatto un anno di Serie A, abbiamo investito tanto e fatto una scommessa. Credo uno degli acquisti più rischiosi della mia gestione. Un giocatore proveniente dal Palermo che paghi 40 milioni è una grande scommessa”. Sulla consapevolezza di aver vinto 9 scudetti consecutivi: “Ce l’avremo tra qualche anno. E non riguarda solo vittorie e sconfitte, ma tutto quello che è stato costruito negli ultimi 11 anni. Non solo titoli, ma stadio, centro sportivo, J-Medical, J-Museum, gli hotel, le Women, l’Under 23, progetti che hanno comportato tantissima fatica, sacrificio e visione. Cosa che a volte si dimentica. Ma ne siamo orgogliosi“.

Aneddoti su Ronaldo

Si passa poi a parlare dell’affare Cristiano Ronaldo: “Se n’è giustamente parlato moltissimo. Ma è stata una trattativa molto veloce, molto diretta. Non ha avuto tanti momenti di empasse. Quando hai a che fare con questo tipo di campioni, loro sono molto decisi. E quando hai a che fare con certi club, come il Real Madrid o la Juventus, che sono istituzioni e non semplici club, sono molto capaci e ci sono pochi intoppi. Rimpianti? Ci saranno stati, ma dovete considerare anche che prendiamo decisioni in quel dato momento. Poi viene giudicata dopo due anni e non sapendo tutte le motivazioni. Io penso sempre che la gente che fa il nostro lavoro prende dieci decisioni al giorno, penso sia normale sbagliarne 3. Il migliore è quello che sbaglia meno. Poi c’è un’altra strategia che è quella di non prendere decisioni, ma dal mio punto di vista è sbagliata, perché poi viene presa da un’altra persona che è sotto di te e magari ha meno responsabilità per prenderla“.

Paratici e l’addio alla Juve dopo 11 stagioni

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