Juve, ora Pirlo è il Maestro della difesa. Gattuso, dura senza Manolas e Koulibaly

I bianconeri (un solo gol nelle ultime 7 partite) e il Napoli hanno le due migliori difese della serie A

Certo, un ex portiere è un perfetto consigliere in quanto a posizione da tenere tra i pali e un ex bomber può svelare innumerevoli trucchi del mestiere per segnare gol in qualsiasi modo. Per essere un allenatore di primo livello, però, la tuta da tecnico deve sostituire la divisa da (ex) calciatore, non coprirla. E così il big match di oggi tra due grandissimi centrocampisti del recente passato come Gennaro Gattuso e Andrea Pirlo non si limiterà al fulcro del gioco in mezzo al campo, alle mezzali e ai mediani, ma si deciderà in ogni singola parte del campo. Anzi, a ben vedere, entrambi fanno della difesa una delle loro armi predilette. Sono le migliori squadre del campionato in quel reparto ed entrambe concedono pochissime conclusioni agli avversari. Lo zoom su questo momento particolare, però, vede le due retroguardie vivere periodi diametralmente opposti.

A DOPPIA MANDATA

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Chiudendo qua i giri di parole, nessuno in campionato ha incassato pochi gol come Juventus e Napoli: i bianconeri sono i migliori a 18 reti subite, i partenopei seguono a 21. Entrambe le rose sono dotate di attacchi a dir poco talentuosi, ma per colpire gli avversari si deve prima essere sicuri di avere lo scudo ben posizionato e resistente. Non sono però Wojciech Szczesny, David Ospina o Alex Meret a plasmare questo dato, non da soli perlomeno. Le due formazioni sono infatti anche regine della Serie A per tiri in porta concessi, con la squadra di Gattuso che in questo caso dà l’esempio con una media di 2,9 conclusioni nello specchio subite ogni match e Pirlo che segue a ruota a 3,2. Così i portieri sono meno sotto pressione e possono rispondere con sufficiente energia alle poche minacce avversarie. Questo ultimo dato è merito quindi di tutta la fase difensiva, in primis proprio di quella retroguardia che argina le scorribande nemiche al limite dell’area. Insomma, Gattuso e Pirlo sono ben lontani da essere dei maestri del centrocampo, da allenatori: conoscono l’importanza della difesa e sanno come plasmarla.

A DOPPIO SENSO

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È ovvio quindi che quando le due migliori retroguardie del campionato si affrontano, una grossa fetta del match sarà condizionata da quanto questi reparti si confermeranno invalicabili contro gli attacchi avversari. Da questo punto di vista, però, Juventus e Napoli stanno vivendo momenti ben diversi. Gattuso deve infatti fare a meno sia di Kalidou Koulibaly che di Kostas Manolas, la super coppia formata un anno e mezzo fa per blindare la difesa partenopea, mentre i bianconeri sono appena riusciti a recuperare i pezzi tra gli infortunati come Giorgio Chiellini e Matthijs de Ligt e un giovane in grande ascesa come Merih Demiral. I campioni d’Italia, infatti, dalla Supercoppa in poi hanno subìto una sola rete in 7 match (Lautaro Martinez in Coppa Italia), forti della seconda giovinezza del difensore della Nazionale, del rientro del pilastro olandese e dell’affermazione del mastino turco, aggiunti agli onnipresenti Danilo e Leonardo Bonucci. Un momento molto positivo per i bianconeri, che fa da contraltare a quello degli avversari di questo pomeriggio: con una retroguardia in emergenza, Gattuso si presenta al Maradona con uno score di 12 reti al passivo nello stesso lasso di tempo. Se il Napoli ha basato sulla solidità difensiva i suoi successi fino a oggi, nelle due ore di battaglia casalinga dovrà superarsi per ri-presentare una muraglia davanti al proprio portiere, anche senza i due titolari. Da questo crocevia passerà il destino della partita di oggi, ma anche quello del resto della stagione.

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