Juve Next Gen e l'esempio di Real Madrid e Barcellona: tutti i vantaggi

Un segnale forte. Fortissimo se arriva dal club che più volte si è proclamato campione d’Italia. Per stessa ammissione di Massimiliano Allegri, le assenze di Iling e Barrenechea dalla lista dei convocati della partita contro la Lazio sono una chiara dimostrazione «dell’importanza che diamo alla seconda squadra». Un aspetto, a dispetto del facile gioco di parole, tutt’altro che secondario. Non a caso, il tecnico bianconero ha citato, durante il suo ragionamento, le due società che si sono aggiudicate nove delle ultime 17 edizioni della Champions League, Real Madrid e Barcellona: «Credo che Carvajal abbia 103 o 101 partite nella seconda squadra». Titoli a parte, il tecnico toscano non poteva fare un esempio più azzeccato, considerato che è già da diverso tempo che le due regine della Liga hanno deciso di puntare forte sulle rispettive canteras. E già, perché comunque vada sarà un successo.

Next Gen e seconde squadre: i vantaggi

Al netto dei calciatori che non esordiranno mai in prima squadra che, com’è normale che sia sono la stragrande maggioranza, i vantaggi di avere una seconda squadra competitiva sono enormi e vanno dal senso di appartenenza ai colori del club al ritorno economico di quelli a cui non manca di certo il livello per giocare in Primera División, ma che per ragioni di overbooking devono andare a cercare fortuna altrove. Il Real Madrid e il Barcellona sono i due club con più canteranos sparsi nei migliori cinque campionati d’Europa: 43 merengues e 38 blaugrana. L’unica italiana nella top ten è l’Atalanta con 24. Anno dopo anno, Real e Barça sanno che potranno contare su un tesoretto racimolato dalle cessione dei propri campioncini pronti a spiccare il volo ma che, per un motivo o un altro, non possono farlo nel club che li ha formati. È successo anche allo stesso Carvajal che, dopo aver scalato tutti i piani del proprio settore giovanile (fu lui, ad appena 12 anni, a mettere la prima pietra del centro sportivo di Valdebebas assieme a don Alfredo Di Stefano), fu mandato a fare un Erasmus al Bayer Leverkusen prima di tornare a casa e vincere tutto con il club della sua vita.

Sangiuliano-Juve Next Gen, le immagini della partita

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Gli esempi del Real Madrid Castilla dele Barcellona B

Il primo grande successo della cantera blanca risale al 1980 quando il Castilla riuscì addirittura ad arrivare fino alla finale della Copa del Rey dove fu superato dal Real Madrid di Juanito e Santillana. Qualche anno dopo sbocciava, invece, la Quinta del Buitre, la generazione di fenomeni che vinse tutto in Spagna e della quale formava parte anche l’ex granata Rafael Martin Vazquez. Spostandoci in riva al Mediterraneo, tanta e tale è l’importanza del propri settore giovanile che il Barcellona, oltre a essere riuscito a schierare in campionato un undici formato esclusivamente da calciatori cresciuti in casa (nel 2012, con il compianto Vilanova in panchina), ha deciso di assegnare un numero, seguendo un ordine cronologico, a tutti i canteranos (oltre 200) che, dal 1979 (anno di fondazione della Masia), sono riusciti a debuttare in prima squadra (gli ultimi undici lo hanno fatto nell’ultimo anno e mezzo con Xavi): da Joan Josep Estella (primo in assoluto) e Pep Guardiola (44) ai due Golden Boy Lionel Messi (93) e Gavi (186).

Fenomeno Juve Next Gen: Barrenechea, Fagioli, Miretti, Soulé, Iling tutti in prima squadra

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Fenomeno Juve Next Gen: Barrenechea, Fagioli, Miretti, Soulé, Iling tutti in prima squadra

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