Juve, nessuna come te E’ prima nel girone e in A Psg giù, comanda il Barça

08 dicembre 2016 – Milano

Chi comanda in Champions? Abbiamo provato a mettere in fila le 32 squadre, in base alle impressioni lasciate in questa giornata e dopo la fase a gironi appena conclusa. Continueremo anche ora che si fa ancora più sul serio, con l’eliminazione diretta. Proponeteci il vostro ranking commentando questo articolo.

Mandzukic e Rugani: molto più che seconde linee. Ansa

Mandzukic e Rugani: molto più che seconde linee. Ansa

barcellona

“Non mi interessa battere il Gladbach”, aveva risposto Luis Enrique a chi gli chiedeva se una vittoria sui Fohlen avrebbe risollevato il morale blaugrana dopo la beffa del Clasico. Meno male che non gli interessava… Dominato un girone durissimo.

Tutto facile, tutto tranquillo, tutto secondo programmi: 2-0 alla Dinamo che non faceva esattamente tremare i polsi. E lavoro completato nel girone. Segnali positivi, in forme diverse, da Higuain, Mandzukic e Dybala: serviranno tutti, dagli ottavi, a giudicare dalle avversarie possibili. Intanto, la Juve è l’unica capolista in campionato ad aver vinto il girone di Champions.
atletico madrid

E alla fine caddero anche i Colchoneros, mandati al tappeto dalla voglia di rivalsa di un Bayern che, fin qui, aveva stentato. E’ un atterraggio morbido, comunque, perché il primo posto nel girone era già saldamente nelle mani di Simeone, più interista che mai, in questi giorni.

Lucas Perez è diventato per la stampa inglese il Jaime Vardy spagnolo: merito della tripletta al Basilea, di una carta d’identità che dice 28 (anni) e di un cartellino pagato 20 milioni. L’ex Depor esplode e porta Wenger oltre al Psg: primo nel girone come non succedeva dal dicembre 2011.
borussia dortmund

Si ritorna al Marco, inteso come Reus e non come la vecchia moneta tedesca. E il Marco dà ampie garanzie: in coppia con lo scatenato Aubameyang, regala il pari al Bernabeu e la prima posizione nel gruppo che comprendeva i campioni in carica.
real madrid

Pasticcione nel finale, come era già accaduto a Varsavia, il Madrid finisce tra le seconde e diventa il pericolo per eccellenza a Nyon, nel sorteggio di lunedì. La frittata, i blancos, la combinano sul 2-0, quando dimenticano di seguire il taglio di Schmelzer e rianimano i gialloneri.
bayern monaco

Datemi un Lewa e solleverò il Cholo. Parla polacco il Bayern di coppa, che sfrutta la vena ritrovata (e forse mai persa) del suo bomber più rappresentativo. Due sconfitte in 6 giornate sono tante, per una corazzata come quella bavarese. Ma agli ottavi sarà dura per chi si troverà Ancelotti di fronte.
manchester city

Diciamocelo: da Guardiola e dal suo Man City, dopo la partenza lanciata in avvio di stagione, ci saremmo aspettati ben altro girone. Invece, se togliamo il successo in rimonta sul Barça all’Etihad, resta davvero poco. Difesa porosa: 10 reti subite sono un fardello pesante.

La serata si mette subito su un clima rilassato, Callejon e soprattutto Mertens fanno il resto. Almeno in Champions, Sarri non ha problemi con il vice-Milik: il belga è già a 4 gol e tre assist. Il polacco prima o poi tornerà, intanto gli azzurri vincono il girone: non era irresistibile, ma è una bella medaglia.

De Sanctis, nella stessa sera, consegue il record italiano di “maglie Champions” (ci ha giocato con 5 diverse squadre) e quello di sfortuna, visto il rigore che gli carambola sulla schiena e si trasforma in un autogol. Gita rilassata dei monegaschi a Leverkusen. E figuraccia, dopo un girone super.
paris saint germain

I fischi del parco dei Principi, i mugugni di Al-Khelaifi, che si unisce a quelli persistenti della stampa. Il Psg si butta via col Ludogorets e conferma che i lavori di Unai Emery vanno avanti decisamente oltre i temini pattuiti. Lo specialista di coppe deve svoltare nella fase ad eliminazione diretta.
leicester city

Un gol subito nelle prime 5, 2 ai primi due tiri del Porto, 5 complessivi nell’ultima gara del girone che le Foxes non onorano proprio appieno. Il turnover pesante è però giustificato dai dolori della Premier e il primo posto era già nel ghiaccio. Ci sono però modi diversi per perdere, e questo forse non aiuta l’autostima.
bayer leverkusen

Imbattuti. E pure scintillanti, nel confronto tra i due club che hanno conquistato con pieno merito l’accesso agli ottavi. Viste le altre seconde, le Aspirine saranno richiestissime, lunedì al sorteggio. Ma attento a ciò che desideri, ammonisce un detto cinese.

Due gol del gioiellino André Silva (classe 1995 e 4 gol in Champions), un tacco di Brahimi, un tiro al volo di Corona: il Porto mette in vetrina in una partita tutto quello che aveva mostrato a fatica fino a qui. I Dragoes entrano fra le sedici e si candidano al solito ruolo di mina-vagante.

Sampaoli è camaleontico: in Liga ogni tanto il suo Siviglia è un grande insieme di mezzepunte, a Lione ripete la gara di Torino, quando si chiuse dietro come un Trap d’annata. Missione compiuta: il pareggio, seppur soffrendo porta agli ottavi. Si chiude così la possibilità di un quarto trionfo di fila in Europa League.

Mandare un bel cesto di prodotti tipici portoghesi in Ucraina: ringraziando la Dinamo il Benfica bissa la qualificazione agli ottavi dello scorso anno, quando salì fino ai quarti. Ad occhio saranno i più corteggiati al sorteggio di Nyon: molta meno qualità rispetto ai cugini del Porto.
copenhagen

I migliori fra le piccole: i danesi fanno fino in fondo il loro dovere, battendo il Bruges e facendolo in fretta (pratica chiusa dopo 15’). Dal Leicester però non arrivano favori, e allora resta l’Europa League. Restano anche nove punti, 7 gol fatti, una sola sconfitta in sei partite. Quasi favola.

Alla fine ci si mettono i pali (due) e dire di no a Bruno Genesio e i suoi giovani lionesi: verdetto ingiusto per la gara finale che avrebbero meritato di vincere (ma servivano due gol di scarto), probabilmente corretto valutando l’intero girone, in cui l’OL ha peccato spesso almeno di ingenuità.

La vittoria sul Cska Mosca, oltre che a blindare l’Europa League, serve ad aumentare i rimpianti. “Violato” Wembley dopo due sconfitte a Londra che sono costato l’addio alla Champions. Solo 6 gol fatti in totale: una miseria per gli Spurs.

I russi danno un senso all’impresa compiuta contro il Bayern e portano a casa, senza colpo ferire, lo 0-0 che vale la qualificazione all’Europa League. Il pari di Eindhoven completa una delle sorprese più grosse della fase a gironi.
ludogorets

Mamma li bulgari: il Ludogorets riesce a qualificarsi all’Europa League con tre punti complessivi. Nessuna vittoria, due pareggi nelle ultime due partite: se non è un record, poco ci manca. Misidjan e Wanderson sfruttano i regali parigini e si regalano una nuova inattesa avventura.
legia varsavia

Eravamo partiti ironizzando sulle goleade che i polacchi incassavano dal Borussia Dortmund, finiamo tutti in piedi ad applaudire un altro cammino europeo che continua contro ogni pronostico. Prima vittoria in questa Champions: arriva nel momento clou.
borussia moe

I “puledri” del Gladbach hanno finito la corsa col fiatone. Il posto in Europa League non si tocca, ma al Camp Nou è arrivata una figuraccia che andava evitata, ameno nelle proporzioni. Con 5 gol fatti e 12 subiti, il terzo posto è un lusso.

Le rimonte sono finite, i sogni si sono spenti all’improvviso, nel modo più inatteso: 4 gol in un tempo dalla Dinamo Kiev. I turchi chiudono con una figuraccia un girone che avevano preso per i capelli due volte, con la vittoria di Napoli e col 3-3 col Benfica. Giusto così, in fin dei conti.
dinamo kiev

Hanno fatto piangere Fabri, portiere spagnolo del Besiktas, perforandolo sei volte, quando avevano segnato due gol nelle precedenti cinque partite del girone. Risvegli, come quelli del film: favoriti dallo psicodramma turco e dai due rossi, ma clamorosi. Un po’ tardi, però…

Si chiude con onore la cavalcata degli Hoops in questa campagna europea, vissuta pericolosamente fin dai preliminari. Il pari all’Etihad è il terzo di un girone obiettivamente non alla portata dei campioni di Scozia, che in campionato affrontano club di spessore assai più modesto.
sporting lisbona

Discesa libera. E’ vero, a Varsavia i portoghesi si sono visti privare di un rigore che poteva cambiare tutto, ma non si sarebbero mai dovuti presentare all’ultimo turno “a tiro di Legia”. Il rosso a William Carvalho è l’istantanea del tracollo: quarti e fuori da tutto.
psv eindhoven

Figuraccia indegna del prestigio del club, quella rimediata dai Boeren nelle 6 apparizioni (o sparizioni) nel girone. Le prime due della classifica erano fuori portata, ma almeno col Rostov qualcosa si poteva fare. Invece si chiude con due miseri pareggi coi russi.
cska mosca

Akinfeev trova il modo di incassare gol e proseguire la striscia leggendaria (in negativo) in Champions, il vantaggio costruito dall’assist di Tosic e il tocco di Dzagoev si rivela un’illusione, così come le speranze di Europa League.

C’era una volta il Basilea che faceva piangere sir Alex Ferguson. Questo di Fisher lascia il palcoscenico europeo (fuori da tutto) senza lasciare segni tangibili. Tre gol segnati in tutto il girone: l’ultimo lo ha segnato Doumbia. A Roma aggiungerebbero: è tutto dire…
club bruges

I primi della premiata coppia 0 punti: tutte sconfitte, rispetto alla Dinamo almeno segnano due gol, ma probabilmente il loro girone era più abbordabile. Butelle ci mette del suo contro il Copenaghen, chiudendo una campagna che non fa onore al “rinato” calcio belga.
dinamo zagabria

Niente, hanno scherzato: una comparsata in Champions come raramente se ne sono viste in un intero girone. Nessun gol segnato in sei partite, raramente i croati hanno dato la sensazione di essere almeno competitivi. Con l’aggravante di portare in giro per l’Europa tifosi poco raccomandabili.

 Cantalupi-Clari 

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