Juve nell’inferno andaluso Ma Allegri ritrova i duri

21 novembre 2016 – Milano

Il gioco si rifà duro. E così i duri riprendono a giocare. Perché il Siviglia è il Siviglia, perché un anno fa fu decisiva per il primo posto (poi mancato) e perché nonostante Allegri abbia detto che «è più importante per loro che per noi» non c’è dubbio che veder volare ancora una volta via la cima del girone Champions creerebbe un po’ di fastidi.
INFERNO — Ecco la Juve a un passo dal Sanchez Pizjuan: detto che poi resterà ancora una gara da giocare (contro la Dinamo Zagabria), i bianconeri si preparano a una serata prevedibilmente infernale: se poi annacquabile o no, beh, sarà tutta una storia da vedere. Certamente il primo obiettivo sarà quello di dare una sterzata all’annata, da subito: passare il turno quindi cercare due risultati su tre considerando che la classifica recita Siviglia 10, Juventus 8, Lione 4 e Dinamo al palo. Vincere, ovviamente, sarebbe il non plus ultra: considerando l’ultima gara allo Stadium, il primo posto sarebbe garantito, anche se quest’anno non poche big sono attardate.

CLAUDIO C’E’ — I duri che rientrano sono diversi. Per esempio Gigi Buffon, che contro il Pescara ha lasciato il posto a Neto. Per esempio Chiellini che, rientrato da un infortunio, ha preferito non rischiare in Italia per esserci proprio contro il Siviglia: al 95% sarà in campo. O ancora, ecco Dani Alves: Allegri gli aveva dato due giorni di riposo, i carichi di lavoro italiani lo hanno un po’ piegato ma spezzato no, quindi domani sera il brasiliano vinci-tutto si riprenderà la fascia destra dopo aver preso parola stasera nella rituale conferenza stampa. Oltre a loro, ecco Claudio Marchisio: sarebbe già stato arruolabile per il match contro gli abruzzesi, ma l’aver dovuto saltare le gare con la nazionali ha avuto il senso di lavorare con calma per evitare ricadute o noie muscolari dopo quel lungo stop di sei mesi al quale sono seguite due gare e un po’ (Sampdoria, Napoli e Lione). «Claudio sta bene e per Siviglia è a disposizione» ha detto Allegri dopo il match contro il Pescara. Inutile dire che la Juve ritrova in un colpo solo esperienza qualitativa.
DUBBI CON LA «M» — Gli unici in dubbio – ma dubbi che via via stanno facendosi poco allarmanti – sono legati a Medhi Benatia e Miralem Pjanic. Per il primo, la botta presa con il Marocco si sta assorbendo; quanto a Pjanic «aveva preso una botta al piede, gli dava fastidio nel calciare – ha detto Allegri – poi piano piano ha giocato le ultime 6 con la Juventus, le ultime due con la Nazionale e le precedenti con la Nazionale». Come dire: aveva bisogno di rifiatare.
CLASSICA O ROCK? — A questo punto, si può ipotizzare la doppia-Juve: versione classica e versione-rock. La prima è quella spalmata col classico 3-5-2: ipotizzando che Benatia ce la faccia, trio con lui, Bonucci e Chiellini; centrocampo con ai lati Dani Alves ed Evra (o Alex Sandro) più Marchisio in mezzo spalleggiato da Khedira e Pjanic ai fianchi; attacco con gli stakanovisti Higuain-Mandzukic. Versione rock, quella vista a Verona con il Chievo: 4-3-3, Bonucci-Chiellini centrali, Dani Alves ed Evra laterali, trio di mezzo con Khedira-Marchisio-Pjanic, attacco con Cuadrado-Higuain-Mandzukic (da falsa ala). Il Siviglia attaccherà col 3-4-3, quindi vincerà la strategia: fare la faccia solita o la faccia dura da subito? Nell’ipotesi-rock, però, Allegri (senza Dybala e Pjaca) non avrebbe cambi per spaccare la partita se non il solo Sandro. Rimontona e Clattenburg Detto che il Siviglia arriva da una rimonta pazzesca a La Coruna, da 2-0 a 2-3, arbitrerà il top inglese Clattenburg: la Juve con lui ha ricordi amari, uno 0-2 col Bayern e uno 0-0 col Benfica che costò la finale di Europa League.

 Matteo Dalla Vite 

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