Juve nella tempesta, ecco i tre capitani per raggiungere il porto Champions

Una guida in campo, in panchina e nello spogliatoio nel momento più difficile che rischia di lasciare i bianconeri senza riferimenti per il finale di stagione

L’intervento della proprietà con la visita di John Elkann ha offerto un punto fermo a un finale di stagione, il più difficile, che sarebbe letale vivere senza certezze a cui aggrapparsi. Che è invece il rischio della situazione attuale della Juventus, per il vuoto (in prospettiva futura) di uomini saldi al timone a tutti i livelli: spogliatoio, campo, panchina, dirigenza e società, non c’è un solo settore al di sotto della proprietà in cui gli uomini chiave sono certi del loro futuro bianconero. Ma c’è una stagione da salvare in quest’ultimo mese attorno a figure il cui spessore va oltre le rispettive incertezze sul domani.

IN CAMPO

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Cristiano Ronaldo è arrivato per risolvere problemi, anche se nessuno immaginava che potessero essere questi. Si gioca il titolo di capocannoniere, e la benzina dei traguardi individuali funziona sempre, e si gioca anche la faccia, perché non raggiungere la Champions League sarebbe un flop da cui il rendimento personale non renderebbe immune l’uomo simbolo della Signora. Ha un altro anno di contratto e voci di uscita che però non hanno aperto scenari di mercato compatibili col suo livello stipendiale (31 milioni), motivo in più per inseguire ferocemente quella Champions che è l’unica strada perché l’ultimo anno insieme sia all’altezza del livello che compete a lui e alla Juventus. E se anche poi lasciasse, lo status impone di aspettarsi che lo faccia da campione: la fame non è in discussione, servirà declinarla sul giusto modello di leadership.

IN PANCHINA

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Che dal suo debutto da allenatore si aspettasse di più sia lui che la società lo ha appena ammesso con franchezza, Andrea Pirlo. Dall’abbandono dell’obiettivo scudetto è stata chiara a tutti la differenza tra il giorno e la notte tra una stagione chiusa col secondo posto – o comunque in Champions – e con la Coppa Italia (da aggiungere alla Supercoppa), rispetto alla disfatta storica, visto il personale a disposizione, di un finale opposto. Al netto di una possibile ripartenza l’anno prossimo da quell’Under 23 a cui era destinato prima della chiamata alla Juventus, in questa forbice sta anche tutto il rischio personale che una carriera appena iniziata sia già finita, al di là della fine abbastanza delineata dell’esperienza con la prima squadra. Pirlo non ha bisogno di stimoli dall’esterno per sapere quanto si gioca anche a livello personale, quanto piuttosto di trovare una chiusura non visionaria ma funzionale al risultato, capace nella sua semplicità di far valere un organico che non ha nessuno.

NELLO SPOGLIATOIO

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Il contratto in scadenza e un limbo ancora da chiarire, tra il ritiro oppure un futuro con ogni probabilità lontano da Torino, non ha tolto un grammo di peso in spogliatoio a figure monumentali nelle dinamiche interne come Gigi Buffon e Giorgio Chiellini. Ancora in grado di garantire prestazioni di livello in campo, ma la cui parola fuori continua ad avere un’incidenza (al di là delle valutazioni sul merito) anche con la società e non solo tra i compagni. Lo scenario del ritorno di Massimiliano Allegri riapre possibilità di quel rinnovo per la prossima stagione ancora non proposto dalla Juventus a Giorgio Chiellini. Il cui futuro di lungo termine comunque bianconero, dietro a una scrivania, cementa in ogni caso il suo status di uomo Juve a cui chiedere adesso un passo deciso da capobranco per chiamare a raccolta il gruppo per un obiettivo che non si può fallire, un ultimo intervento da leader dello spogliatoio. E magari sarà “solo” l’ultimo di quest’anno e la storia continua.

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