Juve, missione Europa League con i baby terribili

TORINO – Aggrappati al futuro per salvare l’Europa. La Juve si affida ai talenti fatti in casa per restare ancora viva sul palcoscenico continentale. La Champions League ormai è già sfumata con un turno di anticipo sulla fine dei gironi e con un percorso da dimenticare fatto di quattro sconfitte in cinque turni, come mai successo prima. Non è completamente finita, in ogni caso, perché c’è ancora il salvagente dall’Europa League da conquistare, dopodomani contro il Paris Saint Germain. E sarà tutt’altro che semplice, perché i parigini devono vincere per non avere sorprese e chiudere al primo posto e perché la Juve è ridotta ai minimi termini da infortuni e squalifiche. Si può fare affidamento sulla differenza reti favorevole rispetto al Maccabi, ma serve un risultato identico, o migliore, a quello degli israeliani per non essere eliminati da tutto. Serve un’impresa anche stavolta, insomma.

Speranza

La situazione è complessa, decisamente, perché senza dodici giocatori sarebbe difficile contro qualsiasi avversario, figurarsi contro Messi e Mbappè (Neymar non ci sarà per squalifica). Eppure un motivo di speranza c’è ed è legato ai giovani bianconeri che sono sbocciati e che Allegri dovrà per forza impiegare nelle rotazioni. E allora avanti con Miretti, Fagioli, Soulé e lo stesso Kean, che non fa quasi più notizia tra i grandi, perché frequenta da tempo ormai il gruppo della prima squadra, ma è pur sempre un classe 2000. Non ci sarà Iling-Junior, esploso a Lisbona e decisivo anche a Lecce, perché l’inglesino è stato subito messo ko da un infortunio ed è un gran peccato visto l’impatto che ha avuto all’esordio. Frecce da spendere al proprio arco, Max, ne ha comunque e quindi sarà facile che, da mercoledì fino alla sosta, sarà una Juve sempre più verde tra Psg, Inter, Verona e Lazio.

Juve, la rosa ai raggi X: chi parte e chi resta

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Follia e incoscienza

Fari, in particolare, a centrocampo dove la coperta è corta e dove Miretti e Fagioli potranno recitare un ruolo da protagonisti. Il primo ha vissuto il suo momento migliore ad inizio stagione poi, dopo il Milan, è stato un po’ accantonato fino ad essere rispolverato nelle ultime uscite (15 presenze in tutto in stagione). A Lecce, Fabio è tornato titolare dopo oltre un mese e ha confermato che la personalità non gli manca di certo. Più difficile è stato il percorso di Fagioli, che fino a Lecce aveva avuto a disposizione solo briciole di partita: mai titolare finora, i 45 minuti di sabato sono stati il minutaggio maggiore che ha avuto a disposizione. E l’ha sfruttato davvero bene, con il gol da tre punti che tanto è sembrato uno di quelli del suo idolo, Alex Del Piero. E poi c’è Soulé, alla prima di titolare sabato, che ha dimostrato la stoffa giusta. Ora più che mai serve la loro energia, la loro freschezza e quella sana follia e incoscienza. Una Juve che sa tanto di futuro, la scialuppa cui aggrapparsi per il salvare il presente europeo. E non solo.

Così Fagioli segnava già nella Primavera...

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