Juve, Milik più di una spalla: è un modello per Vlahovic

TORINO – Vlahovic e Milik. Vlahovic o Milik. Per tornare a volare, la Juve si affida ai suoi bomber: se in coppia o da soli, la risposta spetterà a Massimiliano Allegri, che sta sperimentando tutte le possibili soluzioni per trovare la formula vincente, quella che può garantire maggiore affidabilità sul lungo periodo. Probabilmente, visto il calendario così fitto, le scelte del tecnico fluttueranno a seconda dell’avversario e delle necessità del momento, ma è indubbio che il feeling tra i due stia nascendo. A caccia dello scudetto in tandem, insomma, si può, come ha confermato lo stesso tecnico, che li ha utilizzati per la prima volta dal via al Parco dei Principi e c’è da immaginare che non sarà l’ultima volta. Perché, con Arek accanto, Dusan può godere di una spalla in grado di dare più peso al reparto, di consentirgli di essere più finalizzatore in area di rigore, sgravandolo del lavoro di raccordo della manovra, di cui si occupa appunto il centravanti polacco. L’ex Marsiglia ha mostrato di poter essere una sorta di regista offensivo: per caratteristiche arretra e viene incontro a prendere palla, smistando il gioco e permettendo alla squadra un’uscita comoda. Qualità che Max apprezza non poco, tanto da sottolineare che «Milik è un giocatore tecnicamente molto bravo». Non che Vlahovic non lo sia, ma proprio il compagno è l’esempio cui tendere. Allegri infatti ha sottolineato più volte come il gioiello serbo debba migliorare proprio sotto l’aspetto della pulizia tecnica e della capacità di assecondare la manovra senza frenesia. Questione di tempo ed esperienza, di step da compiere uno dopo l’altro.

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In fretta

Un dato di fatto è evidente. Tra i nuovi acquisti, Arek è stato quello che meno ha stuzzicato la fantasia dei tifosi, che si erano scatenati in precedenza con Di Maria e Pogba, ma è quello che ha impiegato meno tempo ad inserirsi nei meccanismi bianconeri e per questo sta scalando posizioni. I gol, naturalmente, aiutano e il polacco ne ha fatti due di fila, con Spezia e Fiorentina, uno ogni 54 minuti, mentre Dusan è a 4 gol in 4 presenze in A, uno ogni 88 minuti. Entrambi sono andati vicino a rompere il ghiaccio anche in Champions League: un’occasione ciascuno contro il Psg, entrambi hanno sbattuto contro Donnarumma. Milik va di fretta, insomma; Vlahovic viaggia con la benzina dei gol in attesa di trovare la piena brillantezza fisica dopo un’estate trascorsa a guarire dalla pubalgia. E di avere anche una squadra che lo assista al meglio, innescandolo a dovere dopo le titubanze di inizio stagione. In questo senso, l’intesa con Milik, il ritorno di Di Maria e la crescita di Kostic non potranno che aiutare.

E il 4-3-3?

La nuova coppia potrebbe giocare anche domenica contro la Salernitana, un modo per cementare il feeling sfruttando il momento particolare sotto il profilo degli infortuni, con Chiesa e il Fideo fuori uso. Una necessità contingente insomma, anche se nel lungo periodo potrebbe generare un dualismo tra i due centravanti. La Juve, infatti, è nata per il 4-3-3 e anche il mercato, con l’arrivo di Di Maria e di Kostic è andato in questa direzione. La formula “Dusan + Arek” però è incompatibile con il tridente; ideale invece con 4-4-2 e, appunto, 3-5-2. Vlahovic e Milik; Vlahovic o Milik?

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