Juve, lavori in corso. I tre segnali da non sottovalutare

Dal test col Barcellona sono emersi lati positivi e limiti della squadra, inevitabilmente zavorrata dai carichi della preparazione e da un rodaggio per alcuni giocatori iniziato da poco

Prime impressioni, flash di pregi e difetti, lampi di Juve che verrà. Il tutto condito in salsa catalana, ultima di tre amichevoli estive, quella sconfitta contro il Barcellona per la prima volta orfano di Messi che ha visto sull’opposto fronte il debutto stagionale di Ronaldo, Morata e dei nazionali azzurri. Ventidue i giocatori impiegati da Allegri, undici per tempo a sottolineare come volesse vedere all’opera anzitutto una formazione ben distinta, quella della prima frazione, per misurarne condizione e crescita. Una valutazione che per forza di cose tiene conto dei pochi giorni di lavoro dal rientro per alcuni, e comunque del diffuso stato da “lavori in corso” un po’ per tutti. Qualche prima indicazione delle aree di crescita è però scaturita dal match, nella generale positività del check up finale, così sintetizzata dallo stesso Allegri: “Abbiamo subito gol evitabili, ma abbiamo anche tirato e creato occasioni. Risultato a parte sono soddisfatto, ci sono tutti i presupposti per fare una buona annata”. Ecco dunque quali potrebbero essere i segnali da non sottovalutare, o le aree di più urgente crescita che dir si voglia.

Difesa: in attesa di Bonucci e Chiellini, le seconde linee traballano

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La difesa del primo tempo è partita con De Sciglio-De Ligt-Rugani-Alex Sandro, in un poker chiaramente sperimentale e inevitabilmente in difficoltà in svariate occasioni. In attesa dei “veri” rientri di Bonucci e Chiellini, in campo nella ripresa ma con pochissimi allenamenti nelle gambe (e nulla da dimostrare…), il reparto ha evidenziato scricchiolii individuali e scarsa affidabilità generale.

Centrocampo: mezzala a chi? Berna fra esperimenti e speranze

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Allegri ha provato Bernardeschi sulla sinistra, ma ancora una volta l’azzurro scolora quando veste in bianconero. Ha l’attenuante di esser fresco di rientro alla Continassa, dopo la grande cavalcata europea e il matrimonio con Veronica. Ma serviranno altre verifiche, il test non ha dato insindacabile esito positivo. Allegri comunque pare non aver particolare fretta: “Bernardeschi è entrato con il piglio giusto”, ha detto nel post partita. Al suo fianco, un Ramsey riproposto nel ruolo di regista davanti alla difesa si è riconfermato piuttosto anonimo, mentre Bentancur ha lavorato sia sul recupero palloni che sul ribaltamento dell’azione, con lanci o inserimenti diretti. Come dire: il discorso mezzali resta apertissimo.

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Attacco: Kulu senza guizzi, ma il vero rompicapo sarà la convivenza Ronaldo-Dybala

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Il duo Ronaldo-Morata non è certo una novità nel menù bianconero, e infatti i due si sono mossi sull’onda di precedenti intese e automatismi. Il dato nuovo (e positivo) è una inedita disponibilità di Ronaldo al ripiegamento e all’aiuto in difesa, conditi da un’aggressività e un’abnegazione mai viste prima. Un buon segno, come la consueta generosità (ma anche prontezza sotto porta) di Morata e di Chiesa, quando l’azzurro è entrato in campo. Quel che invece è mancata, nel reparto, è stato un segnale di crescita da parte di Kulusevski, impiegato a sua volta nella ripresa, ma come nella seconda parte della scorsa stagione apparso confuso e poco efficace. Assente giustificato Dybala: la vera scommessa sarà trovare il miglior assemblaggio tecnico tattico fra l’argentino e Ronaldo, un puzzle da cui dipenderà molto delle (imminenti) sorti bianconere.

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