Juve, la stagione senza pace

Sulla panchina della Juventus servirebbe un prete. Che, per evidenti ragioni, non può essere Allegri. Un prete col breviario e soprattutto con l’aspersorio per le benedizioni. Non c’è un attimo di pace in quella squadra. Era tornata la Juve che l’allenatore sperava di schierare per tutta o quasi tutta la stagione, la Juve di Chiesa e Vlahovic insieme, come accadeva a Firenze, e soprattutto di Paul Pogba.  

Pogba esce dal campo in lacrime contro la Cremonese: la fotosequenza

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Pogba esce dal campo in lacrime contro la Cremonese: la fotosequenza

Pogba si ferma dopo 20 minuti

Allegri l’aveva ritrovata nello sprint finale, ma era contento anche così, perché c’è ancora qualcosa da conquistare. Pogba in mezzo al campo, spostato dalla parte di Chiesa, era come ritrovare non solo un vecchio compagno di strada, ma anche una via di gioco, un’idea in più, un tocco di qualità da sempre indispensabile per la Juve. Che infatti stava giocando con l’occhio contento, stava ritrovando proprio ciò che è mancato troppo spesso: il gioco. L’istinto di squadra aveva riconosciuto subito il suo leader e si era consegnata al francese, il pallone che attraversava il calcio di Pogba prendeva velocità e tecnica. Come a Bergamo, quando era entrato nella ripresa, Paul stava bene, si sentiva finalmente al suo posto

L’occhio contento della squadra si è spento dopo poco più di venti minuti, quando Pogba si è fermato, si è grattato la testa ed è crollato sull’erba. Mani fra i capelli, poi in faccia per nascondere le lacrime per il dolore alla coscia e per la rabbia di un altro infortunio. Erano 390 giorni che non giocava da titolare e difficilmente riuscirà a giocarne un’altra in questa stagione. Con Pogba, Chiesa e Vlahovic (l’unico spento fra i big) in campo, c’era la possibilità di utilizzare Di Maria in corso d’opera, come risorsa finale. In quei 20 minuti Allegri ha visto quello che poteva essere e non è stato e il rimpianto se lo porterà dietro fino alla fine. Quando poi è entrato Di Maria e ha cominciato a piazzare un assist dietro l’altro, Max ha immaginato un sogno, che poteva, che doveva, essere realtà, il campione del mondo con Pogba, con Chiesa, con Vlahovic, tutti insieme e tutti in salute. Sarebbe stata la stessa Juve? Sarebbe stato lo stesso campionato? Per ora deve accontentarsi di aver ripreso il secondo posto in solitudine e di aver allontanato ancora un po’ la Lazio e soprattutto il Milan, ora a -8. La Champions è sempre più vicina. E anche in vista di Siviglia, le indicazioni sono incoraggianti. Se si pensa a tutto quello che è capitato alla Juventus in questi mesi, la sua stagione (sul campo) può dare ancora qualche bel risultato.

Fagioli ritrova il sorriso

La velocità che il 10 francese sapeva trasmettere a tutta la squadra nello svolgimento del gioco ce l’ha messa Chiesa, per conto proprio ovviamente, ma determinante in occasione del primo gol, segnato da uno dei giovani, Nicolò Fagioli. Lo ricordavamo in lacrime a Reggio Emilia, per l’errore contro il Sassuolo, con la rete decisiva di ieri ha ritrovato il sorriso, anche se un po’ amaro. Un anno fa aveva dato una bella spinta alla Cremonese per riportarla in Serie A, ieri sera le ha dato una bella spinta per rimandarla in Serie B.


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