Juve, Kulusevski con Conte entusiasma: è la sconfitta di Allegri. Che cerca ali di 34 anni…

A Torino lo svedese sembrava smarrito, in Premier è rinato. Anche grazie alle scelte del nuovo allenatore

Ricordate Kulusevski, lo svedesino con l’espressione sempre un po’ stupita che fino a gennaio giocava (poco) nella Juve? Sì, quello che il club bianconero ha pagato 35 milioni – più 9 di bonus – all’Atalanta, e che a Torino in diciotto mesi non è mai stato impiegato con continuità, né da Pirlo né (soprattutto) da Allegri, tanto che a gennaio è stato scaricato al Tottenham. Quando se n’è andato, assieme a Bentancur, c’è chi ha brindato. Sia perché ha portato 40 milioni nelle stressate casse della Juve, sia perché da quelle parti si erano tutti convinti che non sarebbe mai diventato un campione. Poi è finito nelle mani di Conte.

fiducia e ruolo

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Conte gli ha dato fiducia: io ci credo, fai vedere chi sei. E gli ha dato anche un ruolo, un bene di cui nella Juve non aveva mai goduto: una volta esterno e una interno; una volta trequartista e una attaccante; una volta a destra e una a sinistra. Da far girare la testa, soprattutto a un giovane in cerca di identità. Al Tottenham il suo nuovo allenatore lo ha messo alle spalle di Kane nel 3-4-2-1 e Kulusevski è diventato decisivo, tanto che in metà stagione (appena 18 partite) è diventato un protagonista assoluto della Premier: ha segnato 5 gol, ha fornito 8 assist, ha incantato tutti. Se i londinesi hanno portato a compimento una rimonta eccezionale, acciuffando il quarto posto e raggiungendo la Champions, è anche per merito suo.

La grande sconfitta di Allegri

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Kulusevski rappresenta la grande sconfitta della Juve e di Allegri. E non basta ricordare che il club aveva bisogno di denaro, avendo appena acquistato Vlahovic, per giustificare la scelta di cederlo. Se nel mondo bianconero avessero solo immaginato che lo svedesino spaurito potesse avere un rendimento del genere, sicuramente non se ne sarebbero liberati a cuor leggero. L’evidenza dell’errore è dimostrata dalla corsa alle ali di questi giorni: se ne hai in casa una di ventidue anni così forte, come puoi pensare di andarne a prendere un’altra di trentaquattro, ad esempio Di Maria, con un ingaggio elevatissimo? Strane scelte, tutte controtempo e contro logica. Mentre Conte si coccola Kulusevski, orgoglioso di avere tirato fuori il massimo da un campioncino che sembrava andare alla deriva. Se pensiamo che anche Bentancur a Londra sembra un altro rispetto a quando vestiva bianconero, viene il sospetto che non sia un caso.

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