I migliori in campo non erano in campo, all’Allianz, bensì in panchina. Allegri e Inzaghi – pur augurandosi di riuscire in qualche modo a vincerla – hanno fatto il possibile per evitare di perdere una partita che di solito produce pesanti scorie, soprattutto a fine novembre. E quando i più bravi risultano essere gli allenatori è assai improbabile che si possa parlare di uno spettacolo emozionante o soltanto piacevole. Le cose più belle di Juve-Inter sono stati i gol: due confezioni eccellenti e altrettante conclusioni di livello. Di segnalabile, poco altro: non mi sono dispiaciuti Vlahovic, finalmente dentro il gioco, Cambiaso, impiegato a destra, e Rabiot da una parte, e Darmian, Barella e ovviamente Lautaro dall’altra. Più che ordinario tutto il resto. Inzaghi ha scelto l’interpretazione più matura, di possesso e controllo senza forzature; Allegri non si è accontentato di difendere basso, ha provato il recupero “funzionale” del pallone chiedendo ai suoi di non concedere verticalizzazioni a una squadra che del verticale ha fatto il suo tratto distintivo.
Tutto sommato non ha conosciuto grandi sofferenze. Dovendo rinunciare per un’ora a Locatelli, Max ha dato spazio a Nicolussi Caviglia, solo in parte una sorpresa – ci lavorava da due settimane -, al quale ha chiesto di giocare semplice, uno, massimo due tocchi, e di garantire un appoggio continuo ai compagni. Come abbiamo segnalato ieri ricorrendo a percentuali assolutamente risolutive, fin troppo netta è, oggi, la differenza di qualità e esperienza tra le due squadre: l’Inter è più pronta, esperta, attrezzata e arriva da lontano; la Juve, che nell’occasione presentava – tutti insieme – Gatti, Rugani, Cambiaso, Nicolussi Caviglia, McKennie e il rilanciato Vlahovic, sta invece ottenendo il massimo da sé stessa. Per inciso, l’Inter in versione “inzaghiana”, ha schierato la sua formazione titolare con l’età media più alta di questo campionato: 30 anni e 138 giorni. Da 11 anni i nerazzurri non presentavano una squadra altrettanto datata. A questo punto mi corre l’obbligo di ringraziare Sinner, Arnaldi e Bagnaia per aver reso indimenticabile questa domenica. La Juve e l’Inter non ci sarebbero riuscite.
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