Juve, il muro non c’è più: i numeri della difesa che arranca

Ad aprile soltanto una volta i bianconeri non hanno subito gol: alla base della flessione il turnover spinto e il calo di forma. Ma per il rush Champions occorre ritrovarsi

Dalla nostra inviata Fabiana Della Valle

1 maggio – Bologna

La classifica recita terzo posto, uno in meno della Lazio e tre in più di Milan, Roma e Inter, in più c’è l’Atalanta a -5 che è in un ottimo momento e affronterà i bianconeri tra due turni. La Juventus punta a chiudere la stagione in seconda posizione ma deve anche guardarsi le spalle per cercare di non buttare via la qualificazione alla prossima Champions. E per riuscirci oltre a ricominciare a segnare con continuità deve ritrovare la solidità in difesa. Con Bologna la Signora ha ritrovato il gol di un attaccante dopo quasi un mese d’astinenza in Serie A (l’ultimo era stato Kean in Juve-Verona del 1 aprile) ma ha incassato anche la quinta rete in 5 match di campionato. Un campanello d’allarme da non trascurare per una squadra abituata a vincere di corto muso.

APRILE NERO

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Allegri dopo un inizio balbettante aveva ritrovato la stabilità dietro anche grazie al ritorno fisso alla difesa a tre, infilando pure 8 clean sheet consecutivi. Nel mese di aprile le cose non sono andate ugualmente bene: solo in un match, quello con il Verona, la Juve è rimasta immacolata, poi ha sempre incassato almeno una rete. Così dalla seconda miglior difesa è scivolata al terzo posto (27 gol subiti) dietro a Lazio e Napoli.

MAI LA STESSA JUVE

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I motivi? Uno può essere il turnover molto spinto, che poi è stata una costante di Allegri in questa stagione (mai la stessa formazione due volte) ma ancora più accentuato in difesa nell’ultimo periodo a causa dei troppi impegni. In un mese in campionato Max non ha mai schierato la stessa linea difensiva, modificando anche il modulo. A turno hanno giocato tutti e nell’ultima sfida col Bologna il tecnico ha riproposto i 4 dietro.

CALO DI FORMA

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In più c’è la stanchezza di alcuni che hanno giocato più di altri: Bremer per esempio in questo momento non è al top (infatti è rimasto in panchina nell’ultima partita) e anche Danilo, che è il giocatore più utilizzato da Allegri (47 presenze) non può riuscire sempre a garantire gli stessi standard elevati. Poi c’è l’incognita Alex Sandro, che ormai da terzino fa fatica e da centrale di destra alterna prestazioni decenti a serate da dimenticare (come a Roma con la Lazio).

FORZE FRESCHE

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Il tecnico dovrà scegliere se sfruttare la freschezza di chi ha giocato meno (come Gatti, Bonucci e Rugani) oppure tornare al trio tutto brasiliano con cui tra fine 2022 e inizio 2023 aveva costruito un mini ciclo di successi e di gare senza subire gol. Di sicuro è fondamentale ricominciare a incassare meno, perché la qualificazione alla prossima Champions passa anche dalla difesa.

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