Juve, ecco Arrivabene: “Che sfida, l’avevo detto anche in Ferrari: se vinci sei bello”

Le prime parole del nuovo a.d dell’area Football bianconera: “A me piacciono le sfide e mi piace la Juventus. È un mix di cose che ognuno si augura di trovare nella carriera. Altrimenti sarebbe troppo facile”

Torino Fabiana Della Valle

1 luglio – Torino

“La Juventus è una sfida e a me le sfide piacciono parecchio”. Così Maurizio Arrivabene si è presentato come nuovo amministratore delegato dell’Area Football della Juventus.

AUMENTO DI PROFESSIONALITÀ

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Iron Mauri (così era stato ribattezzato in Ferrari per il suo carattere di ferro e l’assoluta dedizione al lavoro), è l’unico volto nuovo del quartetto della sala conferenze dell’Allianz Stadium, completato da Cherubini, Nedved e il presidente bianconero. E’ seduto alla destra di Andrea Agnelli, che sceglie poche ma significative parole per raccontarlo: “Maurizio è un volto noto ai media, di lui si conoscono bene le competenze e le capacità gestionali, che potranno integrarsi alla perfezione con quelle calcistiche di Nedved e Cherubini. Ha una grande conoscenza degli sport professionistici, porterà un aumento determinante di professionalità e management all’interno dell’area sportiva”.

DALLA FERRARI ALLA JUVE

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Arrivabene era già nel consiglio d’amministrazione della Juve: con lui torna la figura dell’amministratore delegato, che non era stata rinnovata dopo l’addio di Beppe Marotta nel 2018. E’ stato per diversi anni team principal della Ferrari, in precedenza aveva lavorato con Andrea Agnelli in Philip Morris ed è uomo di fiducia di John Elkann. “Questo per me è un incarico molto sfidante, mi piacciono le sfide e mi piace molto anche la Juventus, di cui sono tifoso da una vita. Questo mix di cose è quello che tutti si augurano di trovare nella vita, altrimenti è troppo facile”. La sfida principale sarà tornare a vincere sul campo, dopo l’ultima stagione senza scudetto. Per il nuovo a.d. più della bellezza contano i risultati: “Se una squadra è vincente diventa anche bella automaticamente. Dissi la stessa cosa quando ero in Ferrari: se perdi puoi essere bellissimo ma alla fine lo sei molto meno”.

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