Juve e sentenze, rischio ingorgo: l’ombra dei tempi lunghi sulla volata Champions

Possibile che le sanzioni si spostino sul prossimo campionato se con i procedimenti si va oltre la fine della stagione

Tempi e afflittività. Ora sono queste due parole ad aver preso il comando del palcoscenico del caso giudiziario-sportivo nato dall’indagine “Prisma” che riguarda la Juve. Se il Collegio di Garanzia dello Sport deciderà per un rinvio del fascicolo alla Corte Federale di Appello, la tabella di marcia si complicherà parecchio con il fantasma dello sconfinamento oltre fine campionato sempre più vicino a materializzarsi. Ma in realtà anche l’altra ipotesi, quella di una cancellazione in toto dei 15 punti, non ridurrebbe questo rischio. A quel punto, ogni possibilità di patteggiamento o comunque di abbassamento dei toni dello scontro affogherebbe, e comunque ci sarebbe il processo stipendi/rapporti illeciti con gli agenti in mezzo al guado, cosa che in ogni caso accadrà perché nessuno ipotizza che il percorso completo (primo, secondo e ultimo grado), possa chiudersi prima del 30 giugno, fine della stagione calcistica. Gli stessi potenziali deferimenti — la Juventus, i suoi dirigenti e i suoi ex dirigenti avvisati della chiusura indagini hanno ancora sei giorni per la consegna di memorie difensive — potrebbero a questo punto arrivare più tardi del previsto.

Proviamo a ricapitolare. Nelle prossime ore il Collegio di garanzia si pronuncerà. C’è un massimo di 30 giorni per pubblicare le motivazioni. Sempre seguendo la pista che porta al rinvio alla Corte d’Appello, quest’ultima non potrebbe riunirsi prima di 15 giorni. Siamo proprio nella zona minata della fine del campionato. Non solo. La nuova sentenza della Corte, che naturalmente avrebbe una composizione diversa rispetto a quella che ha deciso per il meno 15, potrebbe essere impugnata sebbene soltanto per “violazione di diritto” in un tempo di ulteriori 30 giorni. Tutto ciò vuol dire che si faticherebbe a far completare anche in questo caso il percorso entro fine giugno.

E qui arriva il delicatissimo fattore “afflittività”. Non si può escludere nulla, pure che il nuovo processo d’appello si concluda cancellando l’articolo 4, prendendo la strada dell’articolo 31 sulle “violazioni gestionali” che limita la possibile sanzione a “un’ammenda con diffida”. Il tema sarebbe decisamente incandescente, invece, qualora si continuasse a parlare di punti di penalizzazione. Il Codice su questo è chiaro: la sanzione deve essere afflittiva, e per essere afflittiva ti deve togliere qualcosa. Nel caso della Juve, la Champions. Ma mica finisce qui. Leggete che cosa dice l’articolo 8, comma g: “Penalizzazione di uno o più punti in classifica; se la penalizzazione è inefficace in termini di afflittività nella stagione sportiva in corso è fatta scontare, in tutto o in parte, nella stagione sportiva seguente”. La questione è tosta: immaginate che con una penalizzazione di x punti (non afflittiva, si sposta tutto alla prossima stagione), la Juve riesca a sorpassare il Milan (attualmente quarta), e con una penalizzazione di y punti (afflittiva già in questa stagione) finisca invece sotto…

Infine la Uefa. Per ora aspetta il lavoro (e i verdetti) della nostra giustizia sportiva, poi potrebbe intervenire? Alla domanda forse è presto per rispondere. Mancano troppe puntate “italiane”. La Federcalcio deve comunicare a fine campionato le squadre per le coppe europee. Ma ci potrebbe essere un tempo supplementare. Avevamo scritto di una primavera bollente, ora però anche l’inizio dell’estate rischia di non essere da meno.

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