Juve, Dybala è un caso: tutti i nodi da sciogliere

Nel bene e nel male, Dybala. Anche adesso che il suo sguardo di ghiaccio ha fatto esplodere in tutta la sua portata la frattura con la società, al centro di tutto c’è sempre lui, Paulo. Che ha segnato per due partite consecutive, con Roma e Udinese, mettendo, proprio come gli si chiede, la firma sul periodo felice della Juve, che sta risalendo l’impervia china della classifica con otto risultati utili consecutivi. Che resta la luce e il principale salvagente dei bianconeri, per qualità e gol, specie dopo l’infortunio di Chiesa. Che divide, perchè il popolo juventino si è spaccato dopo la sua mancata esultanza di sabato sera, tra chi ha ritenuto inopportuna la mossa, con annessi occhi fissi verso la tribuna dei dirigenti, e chi invece si è schierato al suo fianco. Resta il gelo che è sceso sulla Continassa proprio nel momento chiave della stagione, in cui forse non c’era bisogno di ulteriori tensioni attorno al giocatore faro e ad un tema che si è fatto via via sempre più scivoloso, prorpio quando sembrava che si fosse arrivati alla soluzione del caso.

Le tappe per il rinnovo

Il rinnovo del contratto dell’argentino, infatti, era praticamente cosa fatta, dopo l’intesa di ottobre tra il club e Jorge Antùn. Mancava soltanto la firma, attesa a dicembre, che poi non è arrivata. Principalmente per questioni burocratiche legate al rappresentante del Diez che doveva completare l’iter per essere riconosciuto in Italia come agente del giocatore. L’orizzonte è stato così spostato al 2022 ma poi è arrivata anche la frenata della società, dettata soprattutto dall’incertezza sul traguardo stagionale della squadra. «La Champions League è un must», ha intimato l’amministratore delegato, Maurizio Arrivabene, fissando un paletto imprescindibile, da cui non si può derogare per non aggravare ulteriormente il quadro dei conti. Così sono nate anche le riflessioni sulla possibilità di rivedere i termini dell’accordo di ottobre e si è deciso di spostare a febbraio ogni discorso legati ai rinnovi, non solo della Joya. Arrivabene inoltre ha esplicitato pubblicamente il pensiero della società: «Ognuno deve guadagnarsi il proprio posto in squadra e ognuno deve dimostrare che vale il valore che gli si dà. Quello che ho detto di Dybala vale per tutti i giocatori: voglio vedere carattere, grinta e voglia di vincere. Poi, chi porta la 10 della Juve deve rendersi conto del peso della maglia». Paulo è sempre stato il riferimento delle punzecchiature dell’amministratore delegato, ha abbozzato e poi esploso dopo il gol all’Udinese: «Non ho nulla da dimostrare a nessuno».  

Tutti gli approfondimenti sull’edizione del Corriere dello Sport – Stadio

Precedente Napoli, Giuntoli adesso aspetta Tagliafico Successivo “Il piano del Barcellona per Morata”