Una Juve pazzesca, degna dei suoi tempi d’oro, in Germania ha firmato un’impresa che la onora in Europa. A Lipsia, per due volte il gigante Sesko onora la ragione sociale Red Bull e mette le ali ai tedeschi, ma per due volte e la seconda per giunta in inferiorità numerica, i bianconeri riagguantano gli avversari e li fulminano con il guizzo di Conceiçao. Cinque gol, un palo per parte, un rigore netto negato ai bianconeri, l’altro altrettanto netto accordato agli avversari, gol di rara bellezza, Juve stoica e vittoriosa in dieci contro undici per complessivi 39 minuti; sedici minuti di recupero complessivi per un totale di 106 minuti giocati: una baraonda di emozioni che esalta la dimensione Champions della squadra di Thiago Motta.
Nell’Arena sassone è andata in scena una battaglia senza esclusione di colpi e di emozioni, sublimata dal primo gol del gioiello sloveno che ha concesso il bis su rigore; dalla fantastica doppietta di Vlahovic per mandare a nascondersi i suoi critici, superficiali e neghittosi; dal piatto sinistro dell’imprendibile folletto portoghese. Per due volte in svantaggio, per due volte la Juve ha rimontato e ha vinto, mostrando coraggio e grinta indomabili fino alla fine. Il successo è reso straordinario dal suo valore e dagli orizzonti di gloria schiusi ai bianconeri, in una contingenza che molte altre squadre avrebbe schiantato. Pronti, via e in dieci minuti Motta perde prima Bremer poi Nico Gonzales. Così, deve rivedere i suoi piani, inserisce Gatti e Conceiçao mantenendo però la squadra sempre avanti, sempre pronta a rintuzzare gli attacchi tedeschi, ribaltando il fronte della sfida. Sesko rompe l’equilibrio con la prodezza degna del suo valore: lancio di Openda, un altro pezzo da novanta di Lipsia, aggancio di destro e cannonata di sinistro sotto la traversa. L’azione nasce da un errore di Cambiaso, eppure, proprio lui detta l’assist a Vlahovic per il primo acuto. Vlahovic che avrebbe avuto diritto a un rigore evidente, negato da Letexier. Koopmeiners colpisce il palo, pareggiato poi da Openda.
L’arbitro, il penalty evidente lo concede ai tedeschi. Ed è proprio qui che la Juve si esalta. Proprio quando Di Gregorio viene espulso, entra Perin ed entra anche Douglas Luiz che decisamente vive un periodo sfortunato: più fuori che dentro la squadra titolare, al primo pallone toccato causa il rigore trasformato da Sesko.Vlahovic sigla il 2-2 con la sua nuova meraviglia, il Lipsia non molla, Perin non sbaglia mai e al minuto 99 sventa l’ultima palla gol dei Tori Rossi; Kalulu due volte e una terza Cambiaso evitano il collasso durante l’assalto finale dei tedeschi, Fagioli si esalta. Un’impresa memorabile, un romanzo calcistico, l’epifania di una grande squadra di livello europeo. Alla fine, le ali le ha messe la Juve. Se continua a giocare così, volerà molto in alto.
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