Juve da scudetto? Osimhen come Haaland? Le 5 domande al campionato

Quasi metà stagione se ne è andata: proviamo a rispondere ad alcuni quesiti, dalla corsa scudetto a quella per la salvezza

Fabio Licari

10 gennaio – Milano

Siamo quasi a metà strada e il campionato continua a proporre domande interessanti. Il Napoli è in fuga ma ha perso qualche colpo: la Juve è forse diventata il vero rivale? Quanto conta restare concentrati fino alla fine, visto che sempre più risultati cambiano nell’ultimo quarto d’ora? Inter e Milan devono preoccuparsi o basta poco per rimettersi in pista? Osimhen è diventato ormai il miglior centravanti del mondo dopo Haaland? E, infine, Samp, Verona e Cremonese sono davvero predestinate?

Juventus

Continuando così può vincere lo scudetto?

Se ripensiamo alle prime giornate sembra incredibile, eppure oggi la Juve è la più convincente e affidabile delle inseguitrici. Alla nona giornata, dopo il ko con il Milan, i bianconeri erano piombati all’ottavo posto, a -10 dal Napoli, con Milan e Lazio sette punti avanti. Tutto è cambiato. Otto successi di fila possono dipendere un po’ dalla fortuna, ma la Juve si è trovata sul baratro, fuori anche dalla Champions, e ha reagito alla grande. Forse nella reazione c’è stata una componente di casualità, soprattutto nel riuscito lancio in massa di giovani, ma la risposta è stata così rassicurante da non poter più essere rinnegata. La squadra ha ora un altro atteggiamento tecnico-tattico e psicologico. Difesa solida e più alta. Mediana con più personalità (Rabiot) e regia (Fagioli). Attacco nel quale Kean s’è ritrovato. Il Napoli ha costruito il vantaggio sulla continuità, difficilissima da trovare in un calendario soffocante che obbliga i giocatori ad alti e bassi. Adesso è la Juve ad aver trovato il ritmo e, rispetto alle rivali, ha almeno due vantaggi teorici: il rientro a tempo pieno di Chiesa, Vlahovic, Di Maria e Pogba la renderebbe la più forte sulla carta; le seconde linee si sono dimostrate all’altezza dei titolari, quindi nuovi infortuni farebbero meno paura. Venerdì lo scontro diretto Allegri-Spalletti. Se vince la Juve è chiaro che i giochi sono riaperti. Se fa tre punti il Napoli, meglio non considerare già finito il campionato. Non siamo neanche a metà strada.

L’ultimo quarto d’ora

Quanto è importante per la classifica?

La Fiorentina vince al 91’ con il Sassuolo. La Juve stende l’Udinese al minuto 86. L’Inter viene raggiunta dal Monza al 93’. L’Empoli vola da 0-2 a 2-2 con la Lazio tra l’83’ e il 93’. La Roma recupera da 0-2 a 2-2 con il Milan più o meno nello stesso periodo (87’ e 93’). Nel turno precedente, ancora un successo della Juve al 91’ a Cremona e il pari insperato dell’Atalanta nel recupero a La Spezia… La lista dei ribaltoni finali è lunga e nessuno si sorprende più nel calcio dei mega-recuperi e dei cinque cambi che disegnano un nuovo scenario. Un tempo bastava il 2-0 per considerare finita una partita, oggi dobbiamo abituarci a risultati in bilico anche nei minuti extra. Molto più emozionante. Nessuno può allentare la tensione. Le squadre meglio attrezzate nei finali? Napoli e Udinese, con uno scarto di +8 nell’ultimo quarto d’ora: Udinese 9 punti guadagnati e uno perso, Napoli con uno “score” di 8-0. Bene anche la Fiorentina (+7), la Juve e il Milan (+5). Meno bene l’Inter, che ha un attivo di +1. Le peggiori? Salernitana e Spezia (-5), Verona (-4). Bene la Roma (+3), male la Lazio (-2). Nel dettaglio: Juve, Napoli e Samp non hanno perso ancora un punto nell’ultimo quarto d’ora, Bologna, Spezia e Verona non ne hanno conquistati. Un campionato nel campionato con effetti non indifferenti sulla classifica: se il Napoli è lassù è anche perché ci ha sempre creduto fino alla fine. E questo è un merito.

Milan e Inter

Correre ai ripari o uno stop ci può stare?

Nella schizofrenia dei commenti del giorno dopo si possono dare per finite Milan e Inter dopo una giornata negativa. Dimenticando che uno stop ci sta tutto in una stagione così anormale. E che appena pochi giorni fa i rossoneri avevano vinto a Salerno offrendo spettacolo (ma non concretezza), mentre i nerazzurri avevano addirittura inflitto la prima sconfitta al Napoli. Si diceva che il campionato fosse riaperto, ricordate? Ora sarebbe d’improvviso chiuso? No. Però Inter e Milan farebbero bene a preoccuparsi, e l’Inter di più. Il Milan ha ceduto alla Roma in un finale incredibile, nel quale il tecnico rossonero s’è fatto prendere dal demone dei cinque cambi che possono anche squilibrare e non sempre aiutare. Però la mentalità è quella giusta. L’Inter è parsa meno convincente con il Monza, ha avuto sfortuna ma s’è accontentata, ha pensato fosse sufficiente gestire dimenticando di essere senza Brozovic e Calhanoglu, maestri del possesso. Anche il Milan ha un gap che non s’immaginava così ampio tra titolari e riserve, ma i titolari funzionano, quelli dell’Inter non sempre. Non ci vuole un genio per suggerire un intervento sul mercato anche in prospettiva Champions: Tottenham e Porto non sono City e Bayern, qualche manovra in entrata e uscita sarebbe utile. La vera differenza con la Juve è che Allegri può fare a meno di Vlahovic e Pogba, mentre i suoi colleghi pagano il vuoto di Lukaku e De Ketelaere.

Centravanti puri

Osimhen per Spalletti come Haaland per Pep?

E se dopo Haaland ci fosse Osimhen? Non è un’eresia. Il ruolo di centravanti ha vissuto momenti migliori e non soltanto in Italia, quando si poteva scegliere tra Vieri, Inzaghi, Gilardino, Toni, Montella… I miti stanno invecchiando, Lewandowski e Benzema sono ultratrentenni, Suarez e Cavani sembrano andati, Kane non è spietato come i predecessori. Alvarez s’è dimostrato un 9 di movimento e sacrificio più che un goleador, Mbappé (come CR7) è un attaccante multiruolo. Giroud e Dzeko hanno lo sconto in treno presentando la carta d’identità, Lukaku non si ritrova. Parliamo però di 9 veri. Stanno emergendo Gonçalo Ramos, Nkunku e Jonathan David, ha dolori di crescita Darwin Nuñez, è infortunato Vlahovic che poteva essere considerato il vero rivale del napoletano: ma qualcuno li scambierebbe oggi con Osimhen? Dubitiamo. E infatti in Premier seguono con preoccupante attenzione la sua evoluzione. Il nigeriano è una splendida combinazione di forza fisica, velocità e agilità, il che gli consente di essere prepotente in area ma anche di partire a tutta velocità dalla trequarti. Pep sta insegnando a Haaland a entrare nella manovra, ma anche Spalletti lavora sull’integrazione di Osimhen che, molto più di ieri, arretra alla Lukaku vecchia maniera per attirare il difensore, dettare l’appoggio e poi partire. Un 9 completo, d’area e da ripartenza, che cresce anche in personalità. Dopo Haaland, chi lo non sceglierebbe?

Retrocessione

Verona, Samp e Cremonese sono spacciate?

Un anno fa, al diciassettesimo turno, la Salernitana era ultima e disperata con 8 punti (uno in più della Cremonese adesso). Cagliari e Genoa ne avevano 10, il Venezia era addirittura sedicesimo a quota 16 e sembrava destinato alla salvezza. Nella seconda parte della stagione soltanto la Salernitana ha decisamente cambiato ritmo, grazie a Nicola, staccando Cagliari, Genoa e addirittura il Venezia precipitato all’ultimo posto. Il discorso è semplice: uno può farcela, se svolta e comincia a far punti con regolarità, tutte e tre non si salvano. In questo momento Alvini è quello che ha più problemi: non riesce a vincere, non ha un vero goleador e il distacco comincia a farsi pesante. Ma anche Verona e Samp (9 punti) non hanno tanti motivi per gioire: lo Spezia, primo dei “salvi”, è distante a quota 15. Tutte quelle davanti — se si esclude il Sassuolo che però ha una qualità superiore — non crollano ma aggiungono punticini utili alla classifica. Alla fine del girone d’andata mancano due giornate: la Samp ha un calendario non impossibile (Empoli e Udinese), la Cremonese più o meno è lì (Monza e Bologna), il Verona è messo peggio perché deve affrontare l’Inter e il Lecce, però ha anche dato più segnali di vita, cominciando dal 2-0 alla Cremonese in un mezzo spareggio. La classifica alla 19a darà le prime risposte. Il Verona sembra quello con più chance, anche perché, senza qualche episodio andato storto, poteva avere una classifica diversa.

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