Juve, con Chiesa e Kulu Pirlo mette le ali: così cresce il futuro bianconero

Con l’Atalanta l’ex viola ha segnato il suo primo gol in bianconero in Serie A, lo svedese è cresciuto nelle giovanili nerazzurre. Federico è considerato il miglior giovane acquistato nell’ultima sessione, Dejan deve ha i margini per diventare ancora più completo

Il progetto giovani della Juve trova radici a gennaio del 2020. Anzi, fine dicembre 2019, quando Paratici decise di puntare le uniche fiches a disposizione nella sessione di mercato invernale ormai imminente su Dejan Kulusevski, giunto a Torino per formalizzare il contratto nel giorno di capodanno. Un colpo a sorpresa, una giocata d’anticipo per bruciare la concorrenza dell’Inter e delle altre che seguivano con interesse le prove del classe 2000 in forza al Parma, di proprietà dell’Atalanta, nel cui settore giovanile era stato svezzato per tre stagioni. Una corsa contro il tempo molto simile a quella ripetuta la scorsa estate per Federico Chiesa, già corteggiato un anno prima, approdato in bianconero al fotofinish del mercato di inizio stagione: dalla Fiorentina, con un prestito che (non per forza quest’anno) porterà al naturale riscatto. A differenza dello svedese, accolto da un bagno di folla al J Medical, l’arrivo dell’ex viola classe 1997 scaldò meno i tifosi: un po’ perché dovette fare le visite mediche a Firenze e si presentò alla Continassa dopo la pausa Nazionale in piena bolla anti Covid, un po’ perché il mare mosso del mercato aveva messo in circolo fino a qualche settimana prima diversi altri nomi, alcuni già di caratura internazionale.

PIRLO METTE LE ALI

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– Il peso della maglia bianconera per i giovani è abbastanza nota. Entrambi lo hanno spesso ribadito nel corso di questa stagione, anche se il rendimento dei due restituisce differenze piuttosto nette. Kulusevski, che a Parma riusciva a far valere le sue caratteristiche trovando puntualmente campo (nella sua unica stagione in Serie A), in bianconero ha trovato poca continuità ed è ancora alla ricerca di un ruolo fisso. A gennaio è stato considerato la quarta punta in rosa, tanto che la dirigenza (contando sul vicino rientro di Dybala) ha deciso di non intervenire sul mercato di riparazione: ha giocato diverse gare accanto a CR7, in alcune non ha sfigurato ma in altre si è perso sulla lunghezza dei novanta minuti. Da esterno perde un po’ di brillantezza, Pirlo lo sta proponendo più da mezzala, grazie al lavoro di Cuadrado che si alza in fase di possesso partendo dal ruolo di terzino destro: ha prospettiva, seppur ci sia ancora tanto da lavorare. In fase di non possesso compare dunque da esterno, opposto a Chiesa, che partita dopo partita si è invece preso la scena come uomo simbolo della rinascita bianconera. Corre, lavora per la squadra, si fa preferire da gregario di Ronaldo e segna spesso e volentieri: tredici reti fin qui (la prima proprio contro l’Atalanta), undici assist. Le quattro stagioni già vissute in massima serie con la Fiorentina fanno chiaramente la differenza in termini di esperienza.

DNA JUVE

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– L’ottimo rendimento mette Chiesa al centro del progetto della nuova Juve, dove Kulusevski e gli altri giovani che stanno venendo su potranno trovare spazio e modo per crescere ancora per dare pieno sfogo al loro potenziale. Aspetto non scontato, il numero 22 ha già incarnato il Dna del club bianconero: glielo riconoscono già i tifosi in lungo e in largo, paragonandolo per atteggiamento addirittura al Pavel Nedved calciatore. Sarà il tempo a dare ulteriore forma al suo percorso nella Torino bianconera, oggi la sensazione è che possa essere proprio lui il leader carismatico della Juve del futuro.

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