Bianconeri punteranno soprattutto sulla qualità, tuttavia in organico non mancano le classiche “facce da derby”twitta
TORINO – La tecnica è importante, ci mancherebbe. E peraltro è ancor più importante nella Juventus di Massimiliano Allegri, allenatore che non manca mai di sottolineare quanto – al di là di schemi, tatticismi e via filosofeggiando – sia fondamentale la qualità. Roba tipo… «è come nel basket, mille analisi e dati statistici, ma poi finisce che la palla la danno al più bravo e questo va a canestro…». Ciò non toglie, comunque, che il derby sia partita a sé. Con la sue peculiarità, i suoi risvolti “caratteriali”, le sue sfaccettature motivazionali e i suoi frangenti più… ruvidi. E allora, anche in casa Juventus, si sposa il buon vecchio adagio per il quale “quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare”.
Non mancano, i duri, alla Juventus. Quelle cosiddette “facce da derby” che contribuiscono a creare il giusto contorno ad una stracittadina che si rispetti. Rambo -Mandzukic, per cominciare. Il croato dallo sguardo glaciale, dalla fccia truce – quando entra in campo – capace di mandarti a quel paese con un minimo cenno del sopracciglio, se è in giornata no… L’attaccante, in barba a un prologo di stagione che lo voleva quale ruotino di scorta d’un attacco con pochi spazi per alternative a Higuain e Dybala, si sta invece rivelando uno degli uomini più utilizzati e incisivi (vuoi per i gol, vuoi per la generosità).
Leggi il resto dell’articolo sull’edizione di Tuttosport oggi in edicola