Juve: 28 gol in 20 gare, il peggior attacco del millennio

I bianconeri non segnavano così poco dalla stagione 1999-2000. Ma l’ultima volta che il miglior marcatore juventino segnò meno di 5 gol a questo punto del campionato la squadra arrivò seconda

Il viaggio della Juve alla ricerca del gol affonda inevitabilmente le sue radici nella tarda estate, quando Ronaldo, a campionato appena iniziato, comunicò la sua decisione di salutare la Juve e l’Italia. Una buona notizia per le casse bianconere, forse un sollievo per chi lo considerava una presenza ingombrante per il suo essere giocatore-azienda. Ma forse non tutti, nel soppesare pro e contro della partenza del fuoriclasse portoghese, ne avevano considerato la perdita sotto il profilo del monte reti di fatto garantito: solo per restare all’ultima stagione 36 gol, di cui 29 in serie A, 6 in Champions League, 4 in coppa Italia e una in Supercoppa.

Cifre-monstre, che certo non potevano essere messe sul conto di Kean e Kaio Jorge, arrivati dopo di lui. Allegri, al solito poco portato a celebrare funerali, indicò la via: i gol mancanti sarebbero arrivati dal centrocampo e dal responsabilizzato Dybala, magari aumentando la quota dai calci da fermo.

Numeri negativi

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La storia è poi andata diversamente, ed è sotto gli occhi di tutti: l’argentino ha fin qui giocato un campionato costellato di stop and go, “mister 10 gol” McKennie si è fermato a due, nessun centrocampista ha alzato la propria asticella sottorete, e anzi a Chiesa manca qualche gol, complice compiti e/o ruoli diversi cui è stato spesso assegnato fin qui. E per fortuna che Cuadrado è riuscito a eguagliare il suo massimo stagionale, realizzando 4 reti. I migliori marcatori in campionato della Juve in questo momento sono Dybala e Morata, a quota 5 reti, e nessuno compare fra i primi 20 della classifica cannonieri. Per risalire a capocannonieri bianconeri così poco prolifici bisogna risalire alla stagione 1987/88, quando Ian Rush e Marino Magrin, dopo 20 giornate, erano fermi a quota quattro.

Gol col contagocce

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Se il girone d’andata si era chiuso con 27 reti e l’attacco peggiore delle prime 10 squadre in classifica, quello di ritorno è iniziato nel segno del precedente: la Juve ha infatti realizzato un solo gol, nonostante i tanti tiri verso la porta di Ospina, e a poco vale la consolazione che per la prima volta la Juve abbia ottenuto punti ribaltando una situazione di svantaggio casalinga. Anche perché col Napoli ha potuto disporre dei rientri di Chiesa e Dybala e dell’impiego, nell’arco del match, di tutto il potenziale offensivo di cui dispone (salvo Kaio Jorge), contro un avversario in versione Visconte Dimezzato di calviniana memoria.

Così, dopo 20 giornate la Juve si ritrova un bottino di 28 reti: non segnava così poco a questo punto del campionato dalla stagione 1999/2000, quando realizzò 26 reti. Ma poi, con Ancelotti in panchina, arrivò comunque seconda, dopo la famosa sconfitta di Perugia all’ultima giornata.

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