Julio Cesar: “Sono stato vicino al Napoli. E su Kvaratskhelia…”

I portieri stranieri non hanno mai avuto troppa fortuna al Napoli, con l’eccezione di Pepe Reina e, parzialmente, di David Ospina. Da Rafael a Mariano Andujar, chi ha preceduto lo storico guardiano dei pali nelle ere di Rafa Benitez e Maurizio Sarri non ha lasciato il segno e chissà come sarebbe andata con Keylor Navas, a lungo inseguito dai dirigenti azzurri la scorsa estate prima che la trattativa sfumasse e Alex Meret venisse scelto come successore proprio di Ospina.

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Il retroscena di Julio Cesar: “Il Napoli mi voleva, ma non se ne fece nulla”

Eppure una decina di anni fa il primo portiere straniero della storia del Napoli sarebbe potuto essere un estremo difensore che all’epoca andava per la maggiore in Italia e a livello internazionale come Julio Cesar. Il portiere dell’Inter campione d’Europa nel 2010, a lungo titolare anche nella nazionale brasiliana, ha infatti svelato un retroscena sul proprio mancato trasferimento in azzurro nel corso di un’intervista rilasciata a ‘Radio Kiss Kiss Napoli’: “Quando l’Inter scelse di non puntare su di me parlai col Napoli perchè ero sul mercato. Ci furono contatti con il mio agente, ma non chiudemmo perchè alla fine non arrivammo all’accordo”. Il riferimento è evidentemente all’estate 2012 quando, con la porta del Napoli difesa da Morgan De Sanctis, dopo l’ultima stagione in nerazzurro, Julio Cesar lasciò l’Inter che aveva scelto di puntare su Samir Handanovic, trasferendosi in Premier League con il Queens Park Rangers.

“Meret? Se piace a Mancini è forte…”

Julio Cesar ha poi garantito per Alex Meret, fresco di debutto da titolare in nazionale con un ct che il brasiliano ben conosce…: “Su Meret posso dire che se gioca in Nazionale con Mancini, che a me ha cambiato la vita, vuol dire che sei bravo”. Infine una battuta sul sogno scudetto degli azzurri e una, critica, sul paragone tra Kvaratskheila e Ricardo Kakà: “Il Napoli è sempre stata una squadra molto forte, ma non è mai ruiscita a vincere il campionato. Mi piace la squadra, la società, ma soprattutto i tifosi. Vediamo cosa può accadere quest’anno, ma ci sono tutti gli ingredienti per provare a vincere. Kvara come Kakà? I paragoni non mi piacciono e comunque Kakà era un’altra cosa…“.

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