John Travolta salva il Milan. Dopo Sanremo il Napoli fa piangere ancora Geolier

Inizia così: il Napoli schiera gli esterni altissimi a guidare la squadra in un pressing alto e coraggioso. Il Milan sembra John Travolta che affronta il ballo del qua qua: un po’ sorpreso e un po’ incavolato. E allora per non dover rifiutare di firmare la liberatoria di questa partita decide che è arrivato il momento di reagire. Il gol di Theo Hernandez, che si infila in una voragine lasciata dalla difesa azzurra, fa luccicare gli occhi a San Siro. Già perché, a parte quella rete, il primo tempo assomiglia più a Sanremo che ad una partita di calcio: si sente solo gente cantare. Solo gli spalti, infatti, regalano qualche emozione. Se Sanremo avesse avuto questo ritmo, avremmo parlato di uno share attorno all’1 o 2 %.

La musica cambia, non il risultato

Nell’intervallo i due allenatori devono aver proiettato un video di Angela dei Ricchi e Poveri, perché Milan e Napoli rientrano nella ripresa brillanti e scattanti. Certo, non è che improvvisamente ci siano mille occasioni da gol, ma almeno non si assiste ad un monologo sonnolento della noia. Con il passare della serata la partita cresce di tono. Leao stona a tu per tu con Gollini. Il Napoli si affida allo spartito preparato da Politano, tambureggiante e fantasioso, ma manca sempre una nota per portare a termine la sinfonia. Gli ex compagni di squadra alla Roma, Florenzi e Juan Jesus, mettono su un battibecco che al Fantasanremo sarebbe valso un centinaio di punti. Per quanto il Napoli provi l’acuto, la voce rimane strozzata in gola, anche per colpa del palo. E alla fine deve arrendersi al brutto fine settimana: peggio è andata solo al tifosissimo Geolier.


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