Joao Pedro: “Ottavo anno qui. Io davanti a Neymar? Mi inorgoglisce”

Il bomber rossoblù ha chiuso la stagione con 16 gol, più di tutti i brasiliani d’Europa. Il futuro? “Se oggi posso pensare di rimanere nel Cagliari a vita vuol dire che ho fatto qualcosa di importante”

dal nostro inviato PEJO (Trento)

16 luglio – Francesco Velluzzi

Ottavo anno a Cagliari. Una bandiera. L’unica novità è che Joao Pedro, capitano e bomber del Cagliari nelle ultime due stagioni, è sempre più simpatico, trova sempre la battuta ed è ancora più malato di NBA (“tifo Suns”): “Otto anni sono tanti perché il calcio di oggi è diverso da quello di allora. Questi rapporti così non esistono più. Io otto anni li ho fatti giocando sempre. Mio padre dal Brasile mi fa i complimenti perché, da appassionato del calcio, vedendomi sempre nella stessa squadra è felice. Ho trovato il mio equilibrio nella squadra giusta”. Ha chiuso un’altra stagione segnando 16 gol, più di tutti i brasiliani d’Europa, Neymar, Firmino e Richarlison: “Questo mi inorgoglisce, mettermi insieme ai più forti del Brasile è qualcosa di grande. Pur non essendo in una squadra top come loro. Il Cagliari gioca un campionato diverso. Però sono tanti gol ed essere davanti a loro mi rende felice”. Non parla, però di rinnovo a vita: “Parlare del futuro è difficile. Fa parte del gioco, del calcio. Se oggi posso pensare di rimanere nel Cagliari a vita vuol dire che ho fatto qualcosa di importante”. Ma non si lamenta ufficialmente di guadagnare cifre più bassi rispetto a certi suoi compagni: “C’è poco da dire, Godin e Nainggolan hanno fatto una carriera importante, quindi per loro è giusto così”.

Il nuovo Cagliari

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“E’ un gruppo che è cambiato poco, ma è cambiato tanto nella mentalità. la mentalità deve essere un’altra e si vede. Strootman,è forte, si vede che capisce di calcio e giocare con quelli forti è quello che vogliamo tutti. Io e Pavoletti ripartiamo tutti e due bene, speriamo di finire al meglio, anche fisicamente. Io non mi metto limiti. L’allenatore Semplici è arrivato in un momento complicatissimo, ha grandi meriti, ripartire con lui è gusto. Ci dà tanto entusiasmo, e la voglia per ripartire da dove abbiamo finito. Da capitano devo gestire bene, ma qui è facie perché è uno spogliatoio fatto di ottimi ragazzi. Non sta a me parlare di mercato. Godin e Nandez sanno che fa parte del gioco essere messi sul mercato, ci sono passato anch’io. se Dalbert arriva è una buona cosa, è un giocatore importante che ci può dare una grossa mano, serve gente che ci aiuta”.

Brasile e Italia

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Il suo Brasile non l’ha ancora preso in considerazione. “Ho visto il primo tempo della finale, poi era tanto tardi… Ma l’Argentina è molto forte. Io faccio il mio poi se Tite mi sta guardando non posso dirlo. La squadra ha fatto bene, ha preso pochi gol. Mi manca il Brasile non sono andato più a casa, i miei non hanno visto i miei figli, mi dispiace”. Ma ormai è anche molto italiano e lo si capisce quando parla dell’Europeo: “Per l’Italia ho tifato tanto. Toloi l’ho conosciuto dopo, Jorginho ed Emerson li conosco bene, Jorginh fuoriclasse, il migliore del mondo nel suo ruolo”. Joao Pedro, invece, non ha problemi di ruolo: “Ho fatto un po’ tutto, Nel calcio moderno non può permetterti di fare un ruolo solo. Sono contento di iocare come sempre, per me non è cambiato niente”. Chiusura sulla piaga razzismo: “E’ ancora complicato parlarne. Solo chi c’è passato sa quanto sia brutto. Tutto questo per un gioco. Lotteremo fino alla fine perché è una cosa che deve finire”.

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