Italia, Verratti: «Io come Balotelli? No, in Serie A tornerei»

Italia, Verratti: «Io come Balotelli? No, in Serie A tornerei»
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Il centrocampista della Nazionale e del Psg: «Sto bene, spero di dare il mio contributo in Israele. Mi piace il gioco di Ventura, faremo sempre meglio»twitta

BARI – Marco Verratti, come sta e che sensazioni ha avuto in quella mezz’ora con la Francia?
«Sto bene, sono al cento per cento e sono felice di poter contribuire a dare una mano alla squadra. Ci aspetta una partita importante e sono pronto a dare il mio contributo».

Ha già notato delle differenze nel modo di lavorare tra Conte e Ventura?
«Ogni allenatore vede il calcio nella propria maniera. C’è stato poco tempo ed è difficile dare già un giudizio. Certo, ora teniamo di più la palla e aspettiamo gli avversari, prima eravamo più veloci a ripartire verso la porta avversaria. Ora cerchiamo di più il possesso. Mi piace il gioco che ha Ventura e sono convinto che faremo sempre meglio. Il calcio lo vedo al suo stesso modo: abbiamo paralto a lungo di tattica, ne sa davvero tanto e anche io, avendo già avuto tanti allenatori, comincio ad avere un po’ di esperienza. Comunque sono due grandi allenatori e possiamo solo essere felici di poter lavorare con loro: ci permettono di crescere».

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Lei è il numero dieci, il talento più puro di questa Nazionale, eppure ogni tecnico si affanna per cercarle cerca un ruolo: non è un paradosso?
«Con Conte all’inizio c’è stata un po’ di difficoltà, ma poi trovato la posizione. In Nazionale è diverso dal club e comunque dipende sempre dall’allenatore. Con Blanc ero mezz’ala ma ogni allenatore ha il suo modo e sta a me farmi trovare pronto. Dove posso giocare in un 3-5-2 adesso? Non è una questione mia, ma di equilibrio globale della squadra e di quello che mi chiede il tecnico».

Ora al Psg ha giocato dietro la prima punta: una posizione che le piace?
«Con Emery siamo appena all’inizio del lavoro. Stiamo provando e parlando: mi lascia piena libertà e proviamo varie soluzioni».

Quanto vorresti che sia il tuo ciclo? Potrà finalmente iniziare il suo ciclo in Nazionale?
«Lo spero moltissimo. Voglio che apriamo un ciclo vincente: abbiamo grandissimi obiettivi e puntiamo al massimo. A cominciare da lunedì in Israele. Ho buone sensazioni perché, anche se sembra difficile dirlo dopo una sconfitta per 3-1, contro la Francia non abbiamo fatto male. Le statistiche sono dalla nostra parte e ci hanno penalizzato gli episodi».

Perché nel Psg ha giocato e con la Francia no?
«La mia ultima partita, prima di quella di domenica scorsa col Monaco, risaliva a sei mesi fa. Mi sono allenato, ma devo trovare il ritmo, non sono ancora al livello degli altri in questo. Partire in panchina con la Francia è stata una scelta del mister anche perché avevo già giocato domenica».

C’è così tanta differenza di condizione tra italiani e stranieri?
«Penso di no, anche se è vero che nei ritiri si corre tanto in Italia e all’estero si lavora di più con la palla. Il lavoro fisico te lo ritrovi più avanti…».

Lei che gioca in Francia è d’accordo con chi dice che c’è più qualità nella Nazionale francese rispetto a quella azzurra?
«Nella Nazionale ci sono pochi giocatori che stanno nella Ligue: son quasi tutti all’estero… Di certo è una Nazionale che ha molta qualità. Sono ripartiti dopo un periodo difficile e ora sono forti fisicamente e tecnicamente».

Lei adesso ha il numero dieci che all’Europeo, tra mille polemiche, fu assegnato a Thiago Motta. ne avete parlato a Parigi?
«Thiago motta è uno dei centrocampisti più forti con cui avevo mai giocato: non può essere messo in discussione».

Balotelli l’ha chiamata prima di decidere di andare a Nizza?
«No, non ho sentito Balotelli ma sono felice per la scelta che ha fatto, Ha sofferto anche tanto perché quando stai fuori è difficile rientrare. Un po’ è successo anche per colpa sua, ma ha capito gli errori e a Nizza può rilanciarsi come è già successo a Ben Arfa»

Ha detto che non tornerà mai in Italia: la pensa così anche lei?
«Assolutamente no: è uno dei campionati più belli al mondo in futuro. Io lo seguo sempre e sarebbe un’emozione quella di tornare».

Tags: VerrattinazionaleBalotelli

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