Italia Under 17, c’è l’Ucraina sulla strada per l’Europeo

ROMA – “Ho grande compassione per quel che stanno vivendo dei miei coetanei”. Così parla Filippo Mane alla vigilia della sfida contro l’Ucraina in programma all’Artemio Franchi di Siena (martedì 26 aprile alle ore 15 con diretta tv su Rai Sport HD dalle 14.50), che può regalare all’Italia il passaggio alle fasi finali dell’Europeo Under 17 (in calendario dal 16 maggio al primo giugno in Israele). Una partita dal sapore aspro per la tragicità del momento ma che il campo tenterà di ricondurre, per 90 minuti, alla normalità del gioco e del confronto leale. Gli ucraini, nonostante le traversie del viaggio che li ha portati in Italia grazie al supporto della Uefa e della Figc, si sono comportati sul campo con capacità tecnica e forza fisica: una vittoria nel primo match contro il Kosovo (2-0) e una sconfitta due giorni fa con la Polonia in una gara dove non si sono risparmiati, mantenendo il risultato in bilico fino alla fine (3-2).

La situazione

L’Italia proviene da due vittorie di misura contro la Polonia e il Kosovo (entrambe le gare vinte 1-0), è prima in classifica con 6 punti e domani ha a disposizione due risultati per arrivare prima nel girone (a Colle Val d’Elsa, sempre alle 15, si giocherà Polonia-Kosovo) e strappare il ticket per Israele. La testa della classifica garantirebbe agli azzurrini l’accesso al girone A dell’Europeo, insieme ai padroni di casa di Israele, Germania e Lussemburgo; il secondo posto, nell’eventualità di una sconfitta e l’incertezza dei calcoli della classifica avulsa, potrebbe collocarli nel girone B, più ostico, insieme a Francia, Olanda (campione in carica) e Bulgaria. “Siamo venuti qui per vincere tutte e tre le partite e arrivare primi nel girone” ha spiegato però il ct Bernardo Corradi. E a fargli da eco è ancora Mane, baby del Borussia Dortmund: “Sarà una partita a forte impegno fisico e mentale: l’Ucraina dovrà vincere per continuare a sperare“.

Gli inizi di Mane

Nato a Magenta 17 anni fa da Antoine, papà senegalese, e Silvia, il centrale difensivo ha la doppia cittadinanza, non parla il senegalese, ma per quel Paese nutre un profondo affetto legato ai suoi parenti: “Amo il Senegal – dice emozionato – e quando posso vado a Dakar per riabbracciare i miei zii e cugini. Non parlo la loro lingua ma mio zio, dal francese, traduce per tutti gli altri”. Un ragazzone di 188 cm, centrale difensivo di questa Nazionale, Filippo frequenta le elementari nella cittadina in prossimità di Milano e, allo stesso tempo, spinto da suo nonno Marino, si iscrive alla scuola calcio del Velamesero. Dopo 4 anni si trasferisce a Novara perché notato in un torneo giovanile, e poi, quattordicenne, va alla Sampdoria dove gioca i primi campionati giovanili. La sua prima convocazione in azzurro è con la Under 15 di Patrizia Panico nel 2019, per un’amichevole con i pari età della Fiorentina. Poi, dopo l’interruzione delle attività delle Nazionali giovanili a causa della pandemia, esordisce in Under 17 con Bernardo Corradi contro la Svizzera.

L’avventura al Borussia

Da allora, è titolare di questa squadra e viene notato nel Torneo internazionale di Duisburg (con Belgio, Germania e Israele) e nella prima fase di qualificazione di questo Europeo, dal Borussia Dortmund che lo acquista dalla Sampdoria: “Una grande esperienza, calcistica e umana. Sono abituato da piccolo a stare fuori casa e qui, in Germania, sono molto seguito. Sto continuando i miei studi al Liceo Scientifico Sportivo; supportato da un tutor, sto imparando il tedesco e cercando di superare le difficoltà della lingua ma con lo staff e miei compagni, comunico in inglese”. Lo aiuta anche il suo amico e compagno di squadra Vincenzo Onofrietti che è a Siena per questo turno di qualificazione (insieme a Fabio Chiarodia, che gioca nel Werder Brema, formano la piccola pattuglia di tre ‘tedeschi‘ presenti in questa Nazionale). Per la vita ha un ‘piano B’: “Se la mia carriera di calciatore proseguirà, andrò all’università di Scienze Motorie. O studierò marketing, una materia che mi appassione”.

La sfida con l’Ucraina

In campo nella prima partita di questo torneo contro la Polonia, racconta con orgoglio la sua scesa in campo: “L’inno, la maglia della Nazionale, il mio cuore è azzurro. All’inizio ero molto emozionato ma poi mi sono sbloccato e sono felice di aver vinto (1-0, ndr) con i miei compagni”. Un piccolo incidente in via di recupero, l’ha tenuto fuori nella seconda sfida contro il Kosovo e domani, per l’ultimo match contro l’Ucraina, spera di essere in campo per una partita che va oltre il calcio: “Per noi è l’opportunità di andare a giocare l’Europeo, la prima grande vetrina per mettere in mostra le nostre capacità e tentare di vincere per l’Italia, ma, purtroppo non è solo una partita di calcio. La mia speranza conclude Filippo – è che in qualche modo li stiamo aiutando a vivere un momento di normalità, attraverso il gioco e il confronto sul campo e auguro loro che questa guerra finisca al più presto”.

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